Ministri al Sanbapolis
Il tour «Fidatevi», rock tellurico e sound abrasivo è in arrivo da Milano Dragogna: «Trento? Torno volentieri, dopo aver dormito in tenda sotto il palco»
Il rock tellurico dei Ministri sta per approdare il 12 aprile al Teatro Sanbapolis di Trento (ore 21), nome di punta della rassegna Sanbàclub organizzata da Fiabamusic in collaborazione con il Centro Santa Chiara.
La band milanese formata da Federico Dragogna (chitarra e cori), Davide «Divi» Autelitano (voce e basso) e Michele Esposito (batteria) ha appena pubblicato il nuovo album
Fidatevi, presto schizzato al sesto posto dei dischi più venduti e al terzo tra i vinili della classifica Fimi/Gfk Italia. Un gruppo formatosi nel 2003 sui banchi del liceo e che si è fatto strada a forza di chitarre abrasive, testi diretti e taglienti e concerti al fulmicotone.
L’esordio discografico è targato 2006 con I soldi sono finiti, un disco che nella sua prima versione presenta provocatoriamente sulla copertina una vera moneta da un euro. Seguono l’ep La piazza (2008) e gli album Tempi bui (2009), Fuori (2010), Per un
passato migliore (2013) e Cultura generale (2015) a consolidare la fama dei Ministri, che soprattutto dal vivo hanno dimostrato di essere una delle realtà più convincenti del rock nazionale.
Ne abbiamo parlato con il leader Federico Dragogna, chitarrista e autore di tutti i testi della band, raggiunto telefonicamente nel corso dei preparativi per il tour, che partirà il 5 aprile dall’Estragon di Bologna. L’attesa per il concerto trentino è forte come dimostrano gli oltre 300 biglietti già venduti in prevendita: il ticket (posto unico in piedi) è acquistabile on line sui circuiti www.ticketone.it e Primi alla Prima delle Casse Rurali Trentine al prezzo di 17,40 euro.
«Fidatevi» è un disco diretto a partire dal titolo: in che direzione va rispetto ai vostri precedenti album?
«Direi che è il più intenzionale di tutti: in questi ultimi due anni ci siamo presi tutto il tempo per decidere cosa dire e come dirlo. È un disco denso e scuro ma anche serio, nel senso che quello che dice lo intende senza ironia o distacco. Ci siamo presi le nostre responsabilità anche perché ormai abbiamo smesso di essere ragazzi e non solo per ragioni anagrafiche».
Oltre al singolo «Tra le vite degli altri» spiccano brani molto cupi come «Spettri», «Crateri» e la canzone che dà il titolo all’album: che storie ci sono dietro? «Fidatevi è nata così e poi ci è sembrata un’ottima sintesi dell’intero album. Il testo è ispirato a una ragazza che ha studiato legge proprio a Trento col desiderio di andare a lavorare in carcere. Poi è finita a lavorare nella moda a Milano ma dopo due anni ha deciso di lasciare il lavoro a tempo indeterminato per tornare al suo sogno iniziale: la sua richiesta di fiducia ai genitori mi ha ispirato la canzone.
Spettri è il pezzo più nero del disco, tanto che quando l’ho proposto agli altri mi hanno guardato un po’ preoccupati: è la confessione di una brutta solitudine vissuta in maniera egoistica. Una sorta di terapia del dolore che però può tornare utile per crescere e fare
dei passi in avanti».
Tornate in regione dopo alcuni anni di assenza: cosa state preparando?
«Siamo in piena fase di allestimento ma posso anticiparvi che sarà uno spettacolo decisamente più complesso di quanto fatto finora. Ci saranno almeno due terzi del disco nuovo e una bella carrellata sul passato. A Trento ho una gran voglia di tornare: ricordo bene le due volte in Primiero al Sot Ala Zopa. Un festival bellissimo dove ho voluto fortemente dormire in tenda sotto il palco e non in albergo».