Corriere dell'Alto Adige

Marianne Leibl, la «veggente» dei grandi attori

Merano, oggi una conferenza sul noto personaggi­o

- Boschi

Marianne Leibl, nata a Merano nel 1898, si è appassiona­ta alla musica diventando pianista e successiva­mente pittrice. Psicologa, allieva di Jung a Zurigo, si è poi trasformat­a in una delle più importanti studiose di grafologia d’Europa. A partire dagli anni ’50 si è dedicata al cinema e ha lavorato al fianco di Marcello Mastroiann­i ne La dolce vita di Federico Fellini, di Audrey Hepburn in Guerra e Pace di King Vidor, di Alida Valli in Senso di Luchino Visconti e di Totò in Totò e Marcellino. Nonostante tutto questo, non troverete una sola riga a lei dedicata su

Wikipedia. A ricordarla, a 30 anni dalla morte, ci ha pensato l’ Associazio­ne Grafologic­a Italiana di Bolzano che le dedica una conferenza che si terrà oggi alle 18.30 al Palais Mamming di Merano.

Nata il 24 aprile del 1898, Marianne Leibl ha passato l’infanzia in alcuni dei luoghi più noti e suggestivi di Merano, tra i giardini di Castel Maur e le mura del Palace Hotel, albergo fatto costruire da suo padre Franz. Gli anni della giovinezza ebbero il medesimo tenore ma orizzonti molto più ampi: Conservato­rio a Monaco, studi di grafologia a Praga e Colonia, poi di psicologia e psichiatri­a alla Sorbona di Parigi e successiva­mente al Politecnic­o di Zurigo dove divenne allieva di Carl Gustav Jung.

A partire dagli anni Trenta, condusse approfondi­te ricerche sulla scrittura in patologie psichiatri­che e, sempre in quegli anni, si trasferì a Roma dove conobbe lo psicoanali­sta junghiano Ernst Bernhard che iniziava a «contaminar­e» la psicanalis­i con venature teosofiche ed esoteriche. Fu all’interno della rete di relazioni di Bernhard che Marianne Leibl si appassionò anche all’astrologia e all’esoterismo diventando successiva­mente celebre per essere una dei tre «astrologi viennesi» (insieme a Francesco Waldner e Lucia Alberti) che animavano il salotto di casa Bernhard in via Gregoriana a Roma. Nel 1935 venne pubblicato il suo primo libro Grafologia psicologic­a e nel 1942 il secondo: Caratterol­ogia grafologic­a. Lo scoppio della guerra costrinse Marianne ad abbandonar­e provvisori­amente alcune delle sue passioni per concentrar­si sul versante esoterico, ossessiona­ta dalla ricerca del fratello Hans, arruolatos­i nell’esercito italiano e dato prima per disperso e poi per morto.

Nell’immediato dopoguerra vennero riediti, in versione ampliata, i suoi libri di grafologia e, nel 1950, venne pubblicato da Garzanti il suo

La psicologia della donna che venne tradotto anche in spagnolo e tedesco. Sempre nel 1950, Marianne Leibl inizio la sua lunga carriera cinematogr­afica debuttando in Donne senza nome del regista ungherese Géza von Radványi. Quattro anni dopo era sul set di Senso di Luchino Visconti a cui seguirono altri undici film tra cui i già citati Totò e Marcellino, in cui interpreta una contessa (doppiata da Tina Lattanzi), la

Dolce vita in cui compare al fianco di Yvonne Furneaux e Guerra e pace di King Vidor in cui recita nel ruolo della sorella di Natasha, interpreta­ta da Audrey Hepburn. Più «corposa» la sua partecipaz­ione in film molto meno noti come Sigpress contro Scotland Yard del 1968 e

Contronatu­ra dell’anno successivo. Ma quello che emerge da numerosi testi e interviste è il grande rispetto con cui veniva trattata da Luchino Visconti e, soprattutt­o, da Federico Fellini. Lo mostrano alcune lettere del primo e i numerosi testimoni del profondo rapporto che legava Marianne Leibl al secondo. Incontri a cui, saltuariam­ente, partecipav­a anche uno «svogliato» Marcello Mastroiann­i (la definiva «la veggente degli attori») e descritti da Tullio Kezich nei suoi libri su Fellini. Pochissimo si sa, invece, della sua vita a partire dalla metà degli anni ’70. Nel 1977 venne pubblicato il suo ultimo libro: Grafologia e psicologia, un testo che venne definito «sufficient­emente completo per il tecnico, forse un po’ ostico per il profano» e poi più nulla. Anche reperire la data della morte non è stato facile: Marianne Leibl morì a Roma il 5 giugno del 1988. Aveva novant’anni.

Le passioni Fu allieva di Jung e poi si appassionò di astrologia. Recitò per Fellini, Visconti, Vidor e Totò. Mastroiann­i la definiva «la veggente degli attori»

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Intrigante Marianne Leibl, sopra, in «Totò e Marcellino»

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