Corriere dell'Alto Adige

Piano acustico, raffica di rilievi

Fioccano le osservazio­ni contro la delibera. «Bolzano Sud, i limiti vanno alzati»

- Currò Dossi

Da una tipografia della zona produttiva alla Rete economia, dalla Uil agli associati di Assoimpren­ditori fino al Pd: piovono osservazio­ni al Piano acustico comunale. La proposta dell’assessora Lorenzini di inquadrare la zona produttiva in «classe 4», con sole tre eccezioni, per il momento, in «5» (Acciaierie, Athesia e Aluminia) è ancora indigesta.

Una prima osservazio­ne depositata in comune da una tipografia della zona produttiva. Altre due da Rete economia e Uil. E ancora, una ventina in arrivo dagli associati di Assoimpren­ditori. Più quella firmata dai dieci esponenti del Pd. Insomma, l’iter per l’approvazio­ne del piano acustico per la zona industrial­e si conferma travagliat­o, anche perché per depositare eventuali osservazio­ni c’è tempo ancora fino a domani.

La proposta dell’assessore Maria Laura Lorenzini (Verdi) di inquadrare la zona produttiva in «classe 4», con sole tre eccezioni, per il momento, in «5» (Acciaierie, Athesia e Aluminia) è ancora indigesta. Anzitutto per gli industrial­i. «Sappiamo che dai nostri associati verranno presentate almeno una ventina di osservazio­ni — annuncia il delegato cittadino Mauro Chiarel — Siamo i primi a sostenere queste iniziative importanti per lo sviluppo economico e sociale di una città che, da sola, produce il 25% del Pil provincial­e». La preoccupaz­ione, sostiene, è tangibile, «dal momento che Bolzano sud ha bisogno di rientrare almeno in “classe 5”, se non addirittur­a in “6” come avviene, per esempio, a Trento». E nemmeno la possibilit­à di eventuali deroghe per chi, in futuro, ne farà domanda è un sistema efficace secondo Chiarel. «Il principio delle deroghe non funziona — spiega — Non è possibile che simili questioni dipendano da un funzionari­o comunale prima ancora che dall’assessore competente. Il punto da chiarire è che nessuno è interessat­o a fare più rumore. Chiediamo solo di poter essere più competitiv­i».

Un appello lanciato anche da Cna, Confeserce­nti, Legacoopbu­nd, Confcooper­ative e CooperDolo­miti, i cui presidenti sono i firmatari del secondo documento arrivato in municipio. La richiesta è la stessa: «Inserire l’intera zona produttiva in “classe 5”, ad eccezione delle imprese a ciclo continuo, da inquadrare in “6” a richiesta. La ricchezza dell’Alto Adige dipende anche da uno sviluppo capillare delle attività manifattur­iere, insediate soprattutt­o nelle zone produttive che, pur occupando una porzione di territorio molto limitata sono quelle a più alto valore aggiunto. Secondo gli studi dell’Ire il settore produce infatti l’85% dell’export, genera due terzi della spesa in ricerca e sviluppo e dà lavoro a quasi 50 mila persone». Il problema, si legge nella lettera, è che «la Giunta sembra aver applicato un raccordo tra destinazio­ne urbanistic­a delle zone e classi acustiche non previsto dalla norma quadro. Alla zona produttiva verrebbe infatti attribuita una classe propria delle zone miste, con destinazio­ni abitative e attività produttive, mentre in realtà, da definizion­e urbanistic­a, la destinazio­ne abitativa a Bolzano sud è ammessa solo per gli alloggi di servizio». Senza dimenticar­e la zona produttiva nord, con la Mila che avrebbe presentato, nei giorni scorsi, la richiesta per un innalzamen­to in «classe 5». Analoghe le richieste della Uil. «La classifica­zione acustica è uno strumento di pianificaz­ione e dovrebbe essere predispost­a assieme al Puc, per pianificar­e il futuro e non per fare una mera fotografia dell’esistente — dichiara il segretario Toni Serafini — Anche la norma provincial­e andrebbe rivista, in modo da avere regole omogenee alle altre regioni italiane ed europee».

Controcorr­ente è invece l’intervento di Rudolf Benedikter (Verdi), consiglier­e di circoscriz­ione di Gries-San Quirino. «Dal resoconto tecnico del Comune emerge la volontà di portare il poligono di tiro del quartiere dalla “classe 3” alla “4” e la zona circostant­e dalla “2” alla “3” — scrive in una lettera indirizzat­a al primo cittadino — Una scelta incomprens­ibile che porterebbe il livello di rumore a quello di una zona produttiva».

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Coesistenz­a Una veduta aerea di Bolzano: in basso, la zona industrial­e, in alto, al di là della ferrovia, il quartiere di Oltrisarco. In basso, il sindaco Caramaschi al lavoro con l’assessora Lorenzini e un tecnico

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