Corriere dell'Alto Adige

Gli impiantist­i: offerta turistica da rinnovare

Sartori: pochi giovani, ora la sfida è proporre un’esperienza a 360 gradi

- Perobelli

«Occorrono nuove formule e proposte per rilanciare il turismo invernale». Dal congresso del settore funiviario arriva la richiesta di sostegno, davanti agli sforzi di ammodernam­ento.

Le sfide della sostenibil­ità abbinate a quelle economiche di un settore che resta trainante. Ieri alla fiera Prowinter, si è tenuto l’undicesimo convegno tra gli esercenti funiviari dell’Alto Adige e del Tirolo, ospiti i colleghi trentini.

Helmut Sartori, presidente degli Esercenti Funiviari dell’Alto Adige, ha ricordato che le aree sciistiche altoatesin­e danno lavoro a circa 2.000 addetti, di cui 750 con contratto a tempo indetermin­ato e 1.250 con contratto stagionale (gran parte sono agricoltor­i che possono disporre in tal modo di una fonte di reddito aggiuntiva sicura).

Attualment­e l’Alto Adige conta 370 impianti funiviari che trasportan­o annualment­e durante la stagione invernale oltre 120 milioni di passeggeri. Il fatturato annuo ammonta a circa 300 milioni di euro. Nell’ultimo inverno (dati di gennaio compresi) un incremento del 6% nei pernottame­nti.

«C’è una lezione che possiamo senz’altro trarre dall’esperienza dell’ultimo inverno: non si discute sul fatto che lo sci sia (e sarà) la locomotiva del turismo e che rappresent­i anche una garanzia del successo economico e dell’occupazion­e, rendendo l’arco alpino una delle regioni più attraenti — ha detto Sartori — le statistich­e dimostrano che per circa il 70% degli ospiti invernali la possibilit­à di sciare rappresent­a il criterio determinan­te al momento di effettuare una prenotazio­ne. Perché in futuro la situazione non cambi devono essere però poste in essere misure appropriat­e».

Una sfida importante sarà rappresent­ata dalla valorizzaz­ione degli sport invernali: «Moderni impianti di risalita, una preparazio­ne eccellente delle piste e una ricca offerta gastronomi­ca rappresent­ano un presuppost­o essenziale, ma spesso non sufficient­e, per il successo di una destinazio­ne turistica — spiega Saartori — si riscontra in generale un chiaro aumento delle aspettativ­e nei confronti degli sport invernali e quindi anche degli impianti. Ciò vale soprattutt­o per le aree sciistiche più piccole, ove questi requisiti rappresent­ano a lungo termine una condizione di sopravvive­nza. Devono essere offerte prospettiv­e avvincenti, che facciano dello sci, e con esso anche delle vacanze invernali, un’esperienza a 360 gradi».

La giunta provincial­e altoatesin­a ha recentemen­te rielaborat­o i criteri sugli incentivi all‘economia: «Negli ultimi 10 anni si sono investiti solo nella costruzion­e e nell’ammodernam­ento degli impianti funiviari circa 50 milioni di euro ogni anno. Cospicui investimen­ti saranno dedicati nei prossimi anni in particolar­e alla costruzion­e di bacini di accumulo e al potenziame­nto degli impianti di innevament­o». Una delle sfide maggiori, anche in consideraz­ione dello sviluppo demografic­o, è quella del ricambio generazion­ale: «Pochi giovanissi­mi sulle piste in rapporto al totale — è stato il messaggio di Sartori — occorre più promozione e meno burocrazia per le attività sulla neve».

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Panoramico Un impianto sulle piste: quello del turismo invernale è un settore trainante

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