LE DUE FACCE DEGLI EX MARITI
Multe pesanti e fino a un anno di carcere per chi non paga gli alimenti per figli (e coniuge) in caso di separazione. Poiché nella stragrande maggioranza responsabili del mantenimento sono gli ex mariti, inevitabile che il nuovo provvedimento riguardi soprattutto loro, quei separati e quei divorziati — e sono in numero abbastanza notevole — capaci di inventarsi qualsiasi trucco pur di non adempiere ai loro doveri; magari facendo scomparire in occulte società i propri patrimoni per figurare nullatenenti. Giusto allora che la legge intervenga con pene anche pesanti (meglio le multe in denaro, essendo le carceri sovraffollate), sempre ammesso sia possibile riportare alla luce certi capitali meticolosamente nascosti.
Ci sono però, non più tanto una minoranza, anche gli ex mariti che non possono pagare, il cui stipendio non basta per due case. Uomini tornati a vivere dai genitori o che dividono un appartamento con altri separati quando non, nel peggiore dei casi, ridotti ad abitare in macchina. Con il risultato che, ammesso e non concesso mantengano il diritto di vedere i propri figli, sono costretti a incontrarli in qualche bar o sulle panchine di un parco. Per non dire di quando perdono il lavoro, come è purtroppo successo spesso negli ultimi anni. Multe e carcere anche per loro?
Nella nostra regione già da anni è stato affrontato il problema dell’impoverimento che sempre tocca alle famiglie quando si separano, non soltanto tramite un programma di mediazione prezioso per appianare i contrasti più feroci ed evitare un aggravio di spese legali ma anche con fondi provinciali appositamente stanziati, e sono già oltre mille i beneficiari di tali erogazioni (trattandosi di anticipi, andrebbero in teoria, restituite, ma in particolare negli ultimi tempi, avviene soltanto per il dieci per cento).
Le altrove tanto deprecate risorse dell’autonomia si utilizzano anche per queste diffusissime emergenze umane, evitando che un gran numero di nuclei familiari vengano travolti da inferni fatti di conflitti, rancori e da ristrettezze economiche, le quali, come si sa, contribuiscono a renderli ancora più aspri. Ma evitando anche — ed è forse l’aspetto più importante della questione — che molti padri, allontanati e impoveriti, perdano il loro ruolo, così compromettendo, non raramente, l’armonioso sviluppo psicologico dei figli.