Pensplan vuole conquistare i giovani
Bilancio, dati positivi. Il progetto: un osservatorio che monitori il tessuto sociale
Il progetto Pensplan compie 20 anni battendo altri record. I dati 2017 parlano di un capitale che ha reso il 2,38%, di emolumenti che come previdenza complementare stanno sostenendo il tessuto regionale. «Bisogna puntare con più decisione a giovani, lavoratori autonomi e donne» hanno detto i vertici e l’assessora Plotegher. A breve verrà istituito un osservatorio, in grado di valutare insieme all’Inps lo stato di salute del tessuto sociale regionale.
Il progetto Pensplan compie 20 anni, con l’orgoglio di aver convinto ad aderire a una forma di pensione complementare il 50% dei lavoratori del Trentino Alto Adige, mentre a livello nazionale la quota è ferma al 28%.
Per allargare la platea bisogna puntare con più decisione a giovani, lavoratori autonomi e donne. A breve verrà istituito un osservatorio, in grado di valutare lo stato di salute del tessuto sociale regionale dall’angolatura previdenziale. Uno dei dati più importanti che emergono è il sostegno pubblico a persone che, per la perdita del lavoro o per altri scogli, non sono più in grado di versare il contributo alla pensione integrativa: il 70% dei casi avviene in Trentino, nel complesso il 58% delle volte sono in difficoltà le donne.
Pensplan Centrum offre servizi di consulenza e raccordo, indirizzando i singoli lavoratori in uno dei 4 fondi convenzionati (Laborfonds, Itas Plurifonds, Raiffeisen e Pensplan Profi). È stato istituito con 258 milioni di capitale sociale pubblico investito dalla Regione. La quota è rimasta stabile nel tempo: la struttura costa 8 milioni di euro all’anno, che vengono ripagati dagli investimenti «operati con vincoli di prudenza», come sottolineato dalla presidente Laura Costa, che nel 2017 hanno consentito un rendimento del 2,38% e che faranno chiudere il bilancio con un utile da 2,5 milioni di euro.
Da notare che «più della metà» del capitale investito 20 anni fa è già tornato nelle casse pubbliche grazie alle tasse che i singoli fondi pagano. Solo nel 2017 l’imposta sostitutiva versata dai fondi è stata di 22,66 milioni. La struttura di Pensplan Centrum è composta da 124 sportelli in regione (57 in Alto Adige e 67 in Trentino) con 282 operatori che coinvolgono in gran parte i patronati e i sindacati. I dipendenti diretti sono 82, con un’età media di 41 anni e mezzo, per il 91% a tempo indeterminato, 61% donne e 39% uomini, 48 laureati e 32 diplomati. Negli infopoint si contano in un anno quasi 74.000 contatti agli uffici, 211.000 pratiche amministrative. I reclami gestiti sono stati tre in tutto.
Ad oggi i 4 fondi convenzionati hanno in tutto 182.513 adesioni, che salgono a 213.000 se si considerano anche gli iscritti da fuori regione. L’importo totale raccolto finora vale 3,8 miliardi di euro (+10,5% rispetto al 2016). La previdenza complementare è finanziariamente vantaggiosa: negli ultimi 10 anni la media di rendimento della linea bilanciata (la più gettonata) nei 4 fondi è stata del 3,8% annuo, mentre la rivalutazione del Tfr lasciato in azienda si rivaluta del 2,1%.
I fondi convenzionati raccolgono i due terzi di tutti gli iscritti a una pensione complementare in Regione. La crescita degli iscritti è costante: +4,94% nel 2017, era di +5,4% l’anno prima. Nell’anno le richieste di prestazioni pensionistiche sono state 14.707: 4170 anticipazioni, per un totale di 39,1 milioni; 1.556 trasferimenti in uscita per 26,9 milioni;: 4.425 trasferimenti in entrata per 32,3 milioni; 1520 riscatti totali (18,2 milioni) e 73 parziali; 2693 prestazioni pensionistiche per 56,5 milioni.
Gli iscritti sono 104.995 in Alto Adige, di cui il 49% donne e il 51% uomini. In Trentino sono 77.518, di cui 47% donne e 53% uomini.
«Gli iscritti provenienti dal pubblico sono una fetta più importante in Alto Adige — fa sapere Loris Montagner, direttore provinciale del Patronato Acli Trento — a Trento si può ancora crescere». Inoltre molti iscritti sono stati portati dal programma casa, che ha convinto gli altoatesini ad allargare l’iscrizione anche ai famigliari.
Nel 2017 sono stati erogati 644 interventi a favore degli scritti in temporanea difficoltà: sono stati 422 in Trentino e 222 in Alto Adige. Le donne aiutate sono il 58%: spesso fanno fatica a versare i contributi perché non lavorano per prendersi cura di figli e anziani. «Per questo vogliamo dar vita a un osservatorio sulla previdenza — dice l’assessore Violetta Plotegher —, in modo da capire le iniziative da adottare in futuro. Dobbiamo aprirci a chi non ha in rapporto di lavoro stabile, che è senza contratto nazionale, ai lavoratori autonomi e alle donne» conclude Plotegher.
Lo strumento Verrà costituito un Osservatorio con l’Inps per monitorare meglio il tessuto sociale