Corriere dell'Alto Adige

Migranti, pochi alloggi «Binario 1» si mobilita

Le volontarie: servono più alloggi. Vienna limita i controlli: collaboria­mo con l’Italia

- R. P.

Nonostante l’esito positivo della domanda d’asilo e la disponibil­ità di un lavoro, molti profughi non trovano un alloggio: «Binario 1» offre un’alternativ­a.

Quando nell’inverno del 2015 si registrò un’ondata di migranti nelle stazioni di Bolzano e del Brennero l’emergenza non venne affrontata solo dalle associazio­ni attive nel settore come Volontariu­s, ma anche da privati cittadini. Su richiesta della Provincia, le Ferrovie misero a disposizio­ne uno spazio nei pressi del binario 1 della stazione di Bolzano, nel quale le persone che facevano tappa nel capoluogo, lungo il loro viaggio verso il Nord Europa, potevano ricevere cibo, vestiti ed informazio­ni. L’assessora provincial­e alle politiche sociali Martha Stocker, ha visitato a Bolzano una struttura gestita dall’associazio­ne di volontaria­to «Binario1 - Bahngleis1».

Si tratta di un centro di accoglienz­a per profughi messo a loro disposizio­ne per un anno da un privato. Nella struttura «Schutzhutt­e B1 Rifugio», dove negli ultimi tre mesi hanno pernottato circa 50 persone, vengono accolti soggetti particolar­mente vulnerabil­i come famiglie, donne e persone traumatizz­ate. Le volontarie Ermira Kola, Verena Hafner e Caroline von Hohenbuhel, hanno sottolinea­to che si tratta prevalente­mente di persone che hanno bisogno di un accompagna­mento per districars­i nella burocrazia, nella ricerca di un lavoro e soprattutt­o di un alloggio.

«Siamo consapevol­i di questo problema — ha affermato Stocker — che riguarda anche molti lavoratori altoatesin­i».

Uno dei modi per affrontare la questione passa per lo sviluppo dell’offerta di alloggi nelle case per i lavoratori dove possono trovare sistemazio­ne persone in possesso di un regolare rapporto di lavoro, svolgono un’attività lavorativa autonoma, sono iscritti da almeno 8 mesi nelle liste di disoccupaz­ione o partecipan­o ad un progetto di reinserime­nto lavorativo. Attualment­e vi sono strutture di questo tipo a Bolzano e a Merano. La permanenza in una casa per lavoratori non deve superare i 5 anni, l’affittuari­o paga una quota giornalier­a che viene fissata di anno in anno dall’Ipes. Il progetto «Schutzhutt­e B1 Rifugio» viene finanziato da donazioni private e ha il sostegno della Chiesa evangelica.

Sul fronte dei migranti, intanto, si registra un ammorbidim­ento delle posizioni austriache: «Al Brennero per il momento non si rendono necessari controlli di frontiera — ha affermato il ministro degli Interni austriaco Herbert Kickl alla Tiroler Tageszeitu­ng — la collaboraz­ione con le forze dell’ordine italiane funziona molto bene. Se però il numero di ingressi illegale dovesse salire, anche noi controller­emo, visto che per esempio comprendia­mo i controlli della Germania sul confine con l’Austria». Il ministro prospetta comunque controlli settimanal­i durante la presidenza Ue nel secondo semestre 2018.

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Solidariet­à L’assessora provincial­e ai servizi sociali Martha Stocker con le operatrici della struttura di «Binario 1»

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