Pasqua Musicale Arcense un finale in tre «tempi»
Sono fuochi d’artificio quelli per il weekend di chiusura della Pasqua Musicale Arcense, il festival musicale organizzato dal Comune di Arco e inaugurato il 18 marzo nella sua quarantaseiesima edizione e che si accinge ora a chiudere i battenti con un finale in tre «tempi» oggi sarò protagonista il classico, domani il contemporaneo e domenica il barocco – che non lascia niente e nessuno a bocca asciutta, navate comprese.
Sarà infatti lo stile neogotico della Chiesa Evangelica della Trinità ad ospitare, questa sera alle 20.45, l’Ensemble vocale e strumentale del Conservatorio Luca Marenzio di Brescia con un programma totalmente incentrato su Wolfgang Amadeus Mozart. E se ogni genialità vive del cambiamento, la
Sinfonia K. 183, il cui stile introduce la strada alle sbirciatine sull’Ottocento, e il rifiuto della precedente scrittura arcaicizzante del Concerto per violino e orchestra K. 216, interpretato dal giovane violinista trentino Filippo Pedrotti, sono vivide testimonianze della fulgida inventiva mozartiana, che non svanisce nelle composizioni minori, come lo stesso concerto vuole dimostrare.
Imperdibile è invece l’appuntamento di domani, quando il Gruppo vocale e strumentale Lux Vivens, ancora bresciano, che della spiritualità e della capacità di illuminare ha fatto il suo stendardo, sarà presso la Chiesa Colleggiata di Arco alle ore 20.45 con Lux Aeterna.
Il tema è appunto quello della luce, introdotto dalla logica inflessibile della crescita del
De profundis di Arvo Pärt, compositore estone la cui ricerca di «una linea musicale che fosse portatrice di un’anima» tornerà con uno dei suoi più grandi capolavori evocativi: Spiegel
im Spiegel. Tra queste pietre miliari il resto è da conoscere.
Ešenvalds, compositore lettone, guarda all’essenza, alla purezza del suono attraverso la suggestione di bicchieri intonati in Stars, mentre Whitacre è sempre sul pezzo per quanto riguarda la digitalizzazione: la Lux Arumque in programma divenne famosa per essere stata eseguita da un coro virtuale di 185 coristi. E poi c’è Ola Gjeilo, con la semplicità della sua intelligenza comunicativa.
È il barocco a chiudere il Festival, domenica alle ore 20.45 presso la Chiesa dell’Addolorata di Bolognano con l’orchestra giovanile Archisti Alchimisti della Scuola Musicale Alto Garda e il coro SMAG.
Si eseguiranno musiche dei più grandi e influenti compositori tedeschi e italiani: J.S. Bach e di G. P. Telemann, Giacomo Carissimi e Antonio Vivaldi.