Palazzo Widmann, capitali inutilizzati
Legge per scongelare le risorse. Magnago: possiamo spenderne solo una parte
Le casse provinciali traboccano di milioni non spesi. Soldi che, al momento, non si possono spendere ma che la Provincia proverà a scongelare con una legge. Una norma che autorizzerebbe anche i comuni ad utilizzare l’avanzo di amministrazione. Il pareggio di bilancio è l’incubo di ogni amministratore. La Provincia fortunatamente non ha mai avuto un problema di disavanzo ma si trova comunque in una situazione paradossale.
Un tesoro da 240 milioni BOLZANO emerge dalle pieghe del bilancio. Soldi che, al momento, non si possono spendere ma che la Provincia proverà a scongelare con una legge. Una norma che autorizzerebbe anche i comuni ad utilizzare l’avanzo di amministrazione.
Le cifre
Il pareggio di bilancio è l’incubo di ogni amministratore. La Provincia fortunatamente non ha mai avuto un problema di disavanzo ma si trova comunque in una situazione paradossale. Ovvero si ritrova con una montagna di soldi che non ha il diritto di spendere.
Solo per il 2017 il tesoretto ammonta a 240 milioni. Soldi reali che però devono rimanere in cassaforte anche se ci sono mille idee per spenderli. La legge nazionale infatti vieta alle amministrazioni di far figurare l’avanzo come entrata. Una norma che nasce per obbligare Comuni e Regioni ad estinguere i debiti. Ma Bolzano debiti non ne ha, ergo i soldi rimangono bloccati.
«In realtà — spiega il direttore della Ripartizione Finanze, Eros Magnago — l’avanzo sarebbe molto maggiore, quasi 370 milioni. Una parte va però destinata ai vari fondi di riserva, una parte è libera e una parte invece possiamo spenderla. A differenza delle altre Regioni — prosegue il dirigente provinciale — Bolzano e Trento possono spendere fino a 50 milioni dell’avanzo di amministrazione. Quest’anno però l’avanzo è stato particolarmente alto e dunque è rimasta una quota libera di 240 milioni».
Sommati ai quasi 100 milioni dello scorso anno si va abbondantemente oltre i 300 milioni. Praticamente il budget di un anno delle politiche sociali o l’equivalente di cinque sei poli bibliotecari in versione extralusso.
La norma
Per superare questo paradosso e scongelare il tesoretto la giunta, sollecitata anche dai sindaci che hanno lo stesso problema, ha deciso di fare un norma appoggiandosi su una sentenza della Corte costituzionale uscita alla fine del 2017.
«La Corte costituzionale, con la sentenza n. 247/2017, anche facendo riferimento alla peculiare situazione della Provincia autonoma di Bolzano, ha affermato che il risultato di amministrazione, una volta accertato nelle forme di legge, rimane nella piena disponibilità dell’ente che lo realizza, qualificandolo anzi come parte integrante e coefficiente necessario del concetto di equilibrio di bilancio» chiarisce il presidente della Provincia Arno Kompatscher nella relazione allegata al rendiconto. La novità è contenuta all’articolo 3 che recita: «La Provincia autonoma di Bolzano e gli enti locali appartenenti al proprio sistema territoriale integrato includono tra le entrate finali anche quelle ascrivibili all’utilizzo dell’avanzo di amministrazione».
I rischi
La III commissione ha già dato il via libera (5 voti favorevoli e quattro astenuti) e la prossima settimana ci sarà il passaggio in consiglio. L’ok è solamente una formalità dato che l’opposizione ha già fatto capire che non metterà i bastoni tra le ruote.
Ciò che manca, e non è affatto scontato, è l’ok del governo che potrebbe impugnare la legge provinciale. Le regole nazionali infatti impongono agli enti locali di destinare tutto l’avanzo di amministrazione al pagamento dei debiti. Bolzano ha già ottenuto il diritto ad utilizzare una quota dell’avanzo ma ora la Provincia vuole tutto. Con l’economia che tira le entrate sono state superiori alle attese e tutti gli assessori hanno già messo gli occhi sul tesoretto. In un anno elettorale non sono certo le idee che mancano.
La partita Se la norma sarà approvata anche i Comuni potranno utilizzare il surplus Il dirigente Dalla nostra parte c’è una sentenza della Consulta emessa nel 2017