Grieserhof: rinascita dopo sette anni Lavori, investiti oltre 23 milioni
Sessanta stanze il Grieserhof, la residenza per anziani ricostruita sulle ceneri della dimora signorile ottocentesca che fu della famiglia Aufschnaiter, per diventare poi sanatorio, clinica privata gestita dalle suore Terziarie (circa 16mila i bambini che vi sono nati) e, infine, nel 2011 ceduta alla fondazione S. Elisabetta. Ieri l’inaugurazione.
Suor Mirjam «Immenso orgoglio per il coraggio che ebbi nel fare il grande passo di cedere la struttura» Il presidente Klotzner «L’obiettivo, far sentire gli ospiti a proprio agio Bello vedere il gruppo che gioca a carte»
La stanza della signora BOLZANO Lucia è luminosa, confortevole, con un’ampia porta-finestra, nascosta da una lunga tenda immacolata, che affaccia direttamente sulla piazza della «comunità Grieserhof». In aggiunta al letto, al comodino e all’armadio in legno chiaro, uguali per tutti gli ospiti, ha voluto portare con sé una poltrona reclinabile, il televisore, un quadro della Madonna con bambino, una foto incorniciata del defunto marito e una pianta fiorita.
È solo una delle 60 stanze che compongono la Villa centrale della struttura residenziale per anziani, a Gries, ricostruita sulle ceneri della dimora signorile ottocentesca che fu della famiglia Aufschnaiter, per diventare poi sanatorio, clinica privata gestita dalle suore Terziarie (circa 16mila i bambini che vi sono nati) e, infine, nel 2011 ceduta alla fondazione S. Elisabetta che ha ottenuto un diritto d’uso di 50 anni per costruire il centro anziani inaugurato ieri alla presenza di tutte le autorità del territorio.
Dal sindaco al vescovo, dal presidente della Provincia a numerosi assessori degli enti pubblici, dall’ex Landeshauptmann Durnwalder al prefetto, dal presidente della Croce Rossa a suor Mirjam Volgger, della congregazione delle Terziarie di San Francesco, che assiste al grande vernissage - dopo 5 anni di programmazione e altri 2 di lavori - con occhi meravigliati. «Sento un immenso orgoglio per il coraggio che è servito anni fa per fare il grande passo di cedere la struttura alla fondazione - confessa emozionata -. Quello che lei vede oggi è esattamente quello che avevamo in mente già dieci anni fa, ma non avevamo le risorse per farlo. E guardi qui: ora hanno fatto un’opera bellissima».
L’opera di cui parla suor Mirjam è oggettivamente il meglio che una struttura per anziani possa offrire: oltre ai 60 posti letto, tutti in stanze singole, anche 28 appartamenti (di cui 15 privati), ambulatori medici, una microstruttura per la prima infanzia, un museo, una cappella, un parrucchiere e un bistrot, il Caffè Villa Aufschnaiter. Con l’investimento di 23,5 milioni di euro il team di architetti Pardeller, Putzer, Scherer ha realizzato un progetto che integra nel paesaggio di Gries l’edificio sotto la tutela dei beni archi- tettonici con le nuove aree moderne, rispettando le esigenze dei suoi abitanti.
Christian Klotzner, presidente della fondazione S. Elisabetta - conosciuto negli uffici pubblici come «Mr. Grieserhof», è particolarmente fiero del grande parco che accoglie chi varca il cancello della struttura: una fontana, orticelli per gli ospiti, 4.000 piante e 40 alberi su una superficie di 4.500 metri quadrati. «L’obiettivo è far sentire le persone a proprio agio, come se fossero a casa o in paese racconta -. Non abbiamo voluto costruire una struttura fuori dalla città ma integrarla con il contesto del quartiere, in modo che tutti possano andare e venire in libertà creando una comunità di cui gli anziani siano parte integrante. Il primo ospite è entrato in Villa il 12 dicembre scorso, a febbraio tutta la casa era al completo e già adesso abbiamo una nutrita lista d’attesa. È bellissimo vedere il gruppetto che, tutte le sere, si trova in giardino a giocare a carte».
Le rette, va detto, non sono per tutte le pensioni (60 euro al giorno a carico dell’ospite, ossia 1.600 euro al mese, e altrettanti garantiti dalla Provincia), ma la struttura è convenzionata con l’ente pubblico che copre parte delle spese se i parenti di primo grado non possono contribuire alla quota totale. «Chiunque abbia vissuto 15 anni in Alto Adige può chiedere un sostegno spiega la direttrice Maria Oberprantacher -. Qui ospitiamo anche persone senza famiglia, che vivevano sulla strada. A tutti garantiamo una vita serena e una quotidianità fatta di normalità». Un quotidiano che vive anche delle piccole cose: dai corsi di ginnastica al pomeriggio passato a fare torte, dalla gita in città al gruppo di giardinaggio, fino ai pasti, cucinati insieme nella cucina comune, una per ogni piano della Villa.