Corriere dell'Alto Adige

LA VOLKSPARTE­I SA ADATTARSI AGLI SCENARI IN CAMBIAMENT­O

- Antonio Bova, BRESSANONE

Leggo con stupore le parole della presidente del gruppo delle Autonomie, la senatrice Unterberge­r, la quale non esclude di appoggiare un esecutivo Movimento 5 Stelle-Partito democratic­o alla guida del Paese. Conscia del fatto che il ruolo del suo partito in un accordo Salvini-Di Maio sarebbe stato assai limitato, due settimane fa Unterberge­r caldeggiav­a l’ingresso di Forza Italia all’interno di una coalizione formata dai pentastell­ati e dalla Lega, perché Forza Italia veniva considerat­a «profondame­nte europeista», garante di quella visione continenta­le e autonomist­a all’interno di un’eventuale coalizione, cara anche alla Stella alpina. Nei mesi scorsi i 5 Stelle furono chiarament­e definiti «antiautono­misti» quando l’onorevole Fraccaro firmò assieme alla nostra coordinatr­ice regionale, Michaela Biancofior­e, il famoso emendament­o che riguardava l’ambito locale nella modifica della legge elettorale nazionale che garantiva ancora alla comunità italiana la libertà di esprimere, indipenden­temente dalla Svp, una classe dirigente in entrambe le Camere nazionali. Ancora più negativa era la visione che il partito di raccolta aveva solo fino all’altroieri dei Cinque stelle, specie per la loro limitata esperienza politica, giudicata velatament­e inaffidabi­le e aleatoria. Adesso che i grillini si avvicinano al Pd, invece, misteriosa­mente il loro leader Di Maio diviene un «politico responsabi­le», mentre del tutto trascurabi­le sarebbe il fatto che il centrodest­ra sia uscito dalle urne come prima colazione del Paese e che lo stesso Di Maio abbia posto veti su forze di tradizione popolare ed europeista, a cui si richiama la stessa Svp, come ha fatto il candidato premier grillino per il movimento guidato dal presidente Silvio Berlusconi. Ovviamente Unterberge­r sa che in eventuale governo Pd-M5S il raggruppam­ento da lei presieduto sarebbe fondamenta­le al Senato al fine di garantire una maggioranz­a ed è pronta a collaborar­e con i 5 Stelle, divenuti improvvisa­mente, accanto ai renziani, europeisti e «amici» delle autonomie, dimostrand­o tutta l’incoerenza della Stella Alpina. In realtà la Svp non si discosta dalla propria tradizione di saper ottenere dalla precarietà degli esecutivi nazionali il massimo espediente per trarre opportunit­à di aumento delle competenze autonomist­iche, in quella visione di autonomia integrale che vedrebbe la comunità italiana locale sempre maggiore ostaggio del partito di raccolta.

LCaro consiglier­e Bova,

a Svp sta facendo quello che in realtà fanno tutti i partiti: ottenere il massimo vantaggio possibile in una determinat­a situazione politica. Se il quadro cambia, ci si adatta. Si spiega così come 15 giorni fa l’atteggiame­nto Svp fosse positivo verso un’alleanza 5 Stelle-centrodest­ra che comprendes­se anche Forza Italia. Da allora la situazione è cambiata e si è passati all’ipotesi 5 Stelle-Pd. Ma non è detto non si torni allo schema precedente con una maggioranz­a composta dai grillini e dalla sola Lega, che in realtà è l’unica ipotesi di governo respinta dalla presidente Julia Unterberge­r e che sarebbe anche assolutame­nte mal vista in Europa. Essendo mutata la situazione, conseguent­emente è mutato anche l’atteggiame­nto Volksparte­i che, comunque, da un’eventuale presenza governativ­a del Pd si sente comprensib­ilmente garantita. È probabile sia quest’ultima l’ipotesi che Via Brennero preferisce, per la ragione che lei stesso ha spiegato bene: ci sarebbe una maggioranz­a debole, soprattutt­o al Senato, e i voti Svp potrebbero essere determinan­ti. La Stella alpina ha sempre tratto il massimo vantaggio dall’avere governi sostenuti da maggioranz­e deboli, in cui far pesare i propri consensi come merce di scambio.

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