LA VOLKSPARTEI SA ADATTARSI AGLI SCENARI IN CAMBIAMENTO
Leggo con stupore le parole della presidente del gruppo delle Autonomie, la senatrice Unterberger, la quale non esclude di appoggiare un esecutivo Movimento 5 Stelle-Partito democratico alla guida del Paese. Conscia del fatto che il ruolo del suo partito in un accordo Salvini-Di Maio sarebbe stato assai limitato, due settimane fa Unterberger caldeggiava l’ingresso di Forza Italia all’interno di una coalizione formata dai pentastellati e dalla Lega, perché Forza Italia veniva considerata «profondamente europeista», garante di quella visione continentale e autonomista all’interno di un’eventuale coalizione, cara anche alla Stella alpina. Nei mesi scorsi i 5 Stelle furono chiaramente definiti «antiautonomisti» quando l’onorevole Fraccaro firmò assieme alla nostra coordinatrice regionale, Michaela Biancofiore, il famoso emendamento che riguardava l’ambito locale nella modifica della legge elettorale nazionale che garantiva ancora alla comunità italiana la libertà di esprimere, indipendentemente dalla Svp, una classe dirigente in entrambe le Camere nazionali. Ancora più negativa era la visione che il partito di raccolta aveva solo fino all’altroieri dei Cinque stelle, specie per la loro limitata esperienza politica, giudicata velatamente inaffidabile e aleatoria. Adesso che i grillini si avvicinano al Pd, invece, misteriosamente il loro leader Di Maio diviene un «politico responsabile», mentre del tutto trascurabile sarebbe il fatto che il centrodestra sia uscito dalle urne come prima colazione del Paese e che lo stesso Di Maio abbia posto veti su forze di tradizione popolare ed europeista, a cui si richiama la stessa Svp, come ha fatto il candidato premier grillino per il movimento guidato dal presidente Silvio Berlusconi. Ovviamente Unterberger sa che in eventuale governo Pd-M5S il raggruppamento da lei presieduto sarebbe fondamentale al Senato al fine di garantire una maggioranza ed è pronta a collaborare con i 5 Stelle, divenuti improvvisamente, accanto ai renziani, europeisti e «amici» delle autonomie, dimostrando tutta l’incoerenza della Stella Alpina. In realtà la Svp non si discosta dalla propria tradizione di saper ottenere dalla precarietà degli esecutivi nazionali il massimo espediente per trarre opportunità di aumento delle competenze autonomistiche, in quella visione di autonomia integrale che vedrebbe la comunità italiana locale sempre maggiore ostaggio del partito di raccolta.
LCaro consigliere Bova,
a Svp sta facendo quello che in realtà fanno tutti i partiti: ottenere il massimo vantaggio possibile in una determinata situazione politica. Se il quadro cambia, ci si adatta. Si spiega così come 15 giorni fa l’atteggiamento Svp fosse positivo verso un’alleanza 5 Stelle-centrodestra che comprendesse anche Forza Italia. Da allora la situazione è cambiata e si è passati all’ipotesi 5 Stelle-Pd. Ma non è detto non si torni allo schema precedente con una maggioranza composta dai grillini e dalla sola Lega, che in realtà è l’unica ipotesi di governo respinta dalla presidente Julia Unterberger e che sarebbe anche assolutamente mal vista in Europa. Essendo mutata la situazione, conseguentemente è mutato anche l’atteggiamento Volkspartei che, comunque, da un’eventuale presenza governativa del Pd si sente comprensibilmente garantita. È probabile sia quest’ultima l’ipotesi che Via Brennero preferisce, per la ragione che lei stesso ha spiegato bene: ci sarebbe una maggioranza debole, soprattutto al Senato, e i voti Svp potrebbero essere determinanti. La Stella alpina ha sempre tratto il massimo vantaggio dall’avere governi sostenuti da maggioranze deboli, in cui far pesare i propri consensi come merce di scambio.