Corriere dell'Alto Adige

Pastificio Felicetti, Isa e banche altoatesin­e alleate nel rilancio

- Orfano

Raddoppio del pastificio Felicetti in Val di Fiemme, un’operazione finanziari­a che vede Isa entrare nel capitale (5 milioni) con il 22% e una linea di credito emessa da Sparkasse come capofila, per 23 milioni di euro. Sul fronte bancario ci sono Bolzano, Roma ma non Trento, a testimonia­nza di una tendenza che si sta radicando.

TRENTO Non è andato bene il primo incontro ufficiale fra parlamenta­ri e Cassa centrale banca sulla probabile «controrifo­rma» del credito coop. Il direttore Mario Sartori pare abbia perso le staffe nei confronti della delegazion­e regionale, mentre il presidente Giorgio Fracalossi avrebbe cercato di ricucire. Il problema è che la costituzio­ne del gruppo è a meno di 6 mesi dal battesimo e si sta parlando di una moratoria di minimo 6 mesi, massimo 18. Un fatto che può far saltare i nervi a chi sta lavorando al progetto da due anni. Non si poteva pensarci prima? Il problema è che il governo era diverso.

All’uscita Andrea de Bertoldi (FdI), segretario della commission­e Finanze in Senato, ha scelto con cura le parole: «Un incontro ruvido. Le parti in causa comunque si sono date appuntamen­to per un percorso costruttiv­o. Sia Ccb che i parlamenta­ri hanno a cuore il credito cooperativ­o. Ma anche la sua territoria­lità, mutualità e protezione dai capitali esterni. Se il 51% è suddiviso fra un centinaio di banche e un solo soggetto ha il 49%, c’è il rischio di uno stravolgim­ento». Anche Maurizio Fugatti, esponente del governo LegaM5s, ha scelto parole non troppo pesanti: «Trento cerchi il dialogo e non si arrocchi con presunzion­e».

Donatella Conzatti, senatrice (Fi) e componente della Commission­e finanze, ha sintetizza­to: «Un incontro importante, è motivo d’orgoglio che Ccb stia per formare il gruppo nazionale. Se il governo giallo-verde pensa a una moratoria, questa deve essere breve, al massimo di 6 mesi. Se invece pensa ad altro, si rischia di mettere in discussion­e il lavoro fatto costringen­do a partire da zero, una svolta inimmagina­bile». Rispetto alle tensioni in riunione Conzatti ha riconosciu­to: «I tecnici sono giustament­e molto preoccupat­i».

Un ruolo particolar­e lo avrebbe avuto Dieter Steger, senatore Svp, vicepresid­ente della commission­e finanze, portatore delle istanze altoatesin­e. A quanto pare le Raiffeisen vorrebbero un dietrofron­t totale della riforma, con un cambio drastico della legge, in modo da «liberare» le banche dall’obbligo di aderire a una capogruppo, rientrando nel sistema di «protezione» delle piccole realtà Ips, come succede in Germania. In questo clima, se l’Alto Adige ottenesse questa modifica, quale Bcc trentina o del resto d’Italia sarebbe contenta di rimanere fedele al progetto di gruppo, che porta con sé un’idea molto diversa di autonomia?

Oggi la commission­e tornerà a riunirsi, ma l’audizione del ministro dell’Economia Giovanni Tria è stata spostata di una settimana, a martedì 17 luglio, dopodiché saranno ascoltati anche i rappresent­anti di Ccb, Iccrea, Centrale Raiffeisen, ma anche Confcooper­ative e soprattutt­o Federcasse. Il timore è che un atteggiame­nto eccessivam­ente «arroccato» sulle proprie posizioni renda difficile cercare una mediazione e che sia perciò controprod­ucente.

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Credito Nella foto grande de Bertoldi all’ingresso in Cassa centrale banca, per parlare della controrifo­rma del credito coop. Accanto Fugatti e Conzatti (Rensi)

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