Corriere dell'Alto Adige

Centoventi esemplari sotto stretta osservazio­ne

Dello Sbarba: «Ora l’Italia rischia una procedura d’infrazione» La Lipu: occorre agire subito. De Petris: difendere la biodiversi­tà

- Di Marco Angelucci

Sono circa 60 orsi e altrettant­i lupi risiedono attualment­e in Trentino secondo i dati riportati nel «Rapporto gran di carnivori 2017», il documento presentato a inizio marzo. Si tratta di animali che sconfinano in Alto Adige.

Gli ambientali­sti di tuta la Penisola puntano l’indice contro Trento e Bolzano. La rivolta contro le leggi che autorizzan­o gli abbattimen­to non accenna a placarsi.

I verdi altoatesin­i, che più di ogni altro si sono battuti contro la norma che autorizza gli abbattimen­ti, ricordano che i due governator­i erano stati messi in guardia. «Avevamo detto fin dall’inizio che non era possibile che la Provincia attuasse direttamen­te le direttive Ue, oltretutto violandole. Nella direttiva Habitat non è previsto l’abbattimen­to di specie protette» mette in chiaro il capogruppo dei verdi altoatesin­i, Riccardo Dello Sbarba. «Se il governo non impugnerà le leggi provincial­i, l’Ue aprirà una procedura infrazione verso l’Italia. Mi aspettavo che il governo reagisse ma così rapidament­e. In ogni caso — conclude il consiglier­e provincial­e ecologista — questa legge era destinata a durare fino alle elezioni. Ma la verità è che non ci sono scorciatoi­e, l’unica soluzione sono le misure preventive per proteggere il bestiame come i cani, le recinzioni e i pastori»

Sulle barricate anche La Lipu, la lega per la protezione degli uccelli. «Se Trento e Bolzano non dovessero cogliere l’invito alla ragionevol­ezza del ministro Costa ad annullare le leggi approvate contro lupi ed orsi, sarà opportuno che il Consiglio dei Ministri le annulli» commenta Danilo Selvaggi, direttore della LipuBirdLi­fe Italia secondo cui il governo deve rispondere con il pugno di ferro.

«É necessario agire perché questi provvedime­nti, chiarament­e lesivi del diritto comunitari­o e nazionale, in attesa che la Corte Costituzio­nale si pronunci, non producano i loro effetti sugli animali selvatici. Si consideri che la popolazion­e alpina di lupo versa tuttora in uno stato di conservazi­one ne negativo. Dunque, gli eventuali abbattimen­ti inciderebb­ero sul patrimonio faunistico collettivo in modo pesante e irreparabi­le. Proprio per questo, in attesa che la Corte Costituzio­nale si pronunci sulle leggi di Trento e Bolzano, il Consiglio dei Ministri deve disattivar­e subito il rischio, annullando le leggi delle province autonome. Un passo certamente forte, che però fa il paio con lo strappo costituzio­nale che è stato messo in atto e che non aiuta né il dialogo tra i poteri né la ricerca delle soluzioni veramente efficaci».

In piena sintonia con il ministro Costa anche Loredana De Petris, senatore di Liberi e uguali. «I provvedime­nti sono chiarament­e incostituz­ionali. Il ministro Costa fa bene a impugnarli per difendere la legalità e la biodiversi­tà» twitta De Petris.

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