Caramaschi: «Areale, ora o mai più»
Il sindaco ammonisce: il capoluogo rischia il blocco per i prossimi cinquant’anni
«O l’Areale va in porto a questo giro, o Bolzano da qui a 50 anni non si muove più». Il sindaco Caramaschi non usa perifrasi per esprimere l’urgenza di dare una stretta decisiva al progetto che solo una settimana in stallo. Interrogato sullo stato dei lavori e sul clima che circonda il progetto dell’areale ferroviario, il primo cittadino conferma la necessità di un’accelerata e la consapevolezza, da parte di tutti i coinvolti, dell’enormità della posta in gioco.
BOLZANO «Parliamoci chiaro: o va in porto a questo giro, o Bolzano da qui a 50 anni non si muove più». Il sindaco Renzo Caramaschi non usa perifrasi per esprimere l’urgenza e la cogenza di dare una stretta decisiva al progetto dell’Areale che solo una settimana era nello stallo più completo. Comune e Provincia erano finite nell’occhio del ciclone dopo il roboante annuncio di dimissioni da parte del coordinatore della società Arbo Bz, Hermann Berger, stanco delle lungaggini della politica. Poi l’invito del Landeshauptmann a fare dietrofront, il passo indietro (seppur temporaneo) di Berger, l’incontro di giovedì tra i tre protagonisti della faccenda e l’annuncio tanto atteso: l’Areale si farà, la firma per la riqualificazione urbanistica dell’area dovrebbe arrivare entro l’ultima settimana di agosto.
Interrogato sullo stato dei lavori e sul clima che circonda il progetto dell’areale ferroviario, il primo cittadino conferma la necessità di un’accelerata e la consapevolezza, da parte di tutti i coinvolti, dell’enormità della posta in gioco, tanto sul fronte operativo quanto su quello economico. L’operazione nel suo complesso sarà uno «scherzetto» da 1,3 miliardi di euro: una cifra che tradotta nelle vecchie lire, per chi ancora ha bisogno di un confronto con il conio della prima Repubblica, sarebbe impronunciabile. «Solo lo spostamento della stazione e di tutto il groviglio dei binari vale 400 milioni di euro — riferisce il sindaco —. Ma il pacchetto globale prevede anche infrastrutture primarie, strade, illuminazione, parco e, compreso nell’appalto, una piscina e un centro culturale nelle ex-officine la cui costruzione, per un controvalore di 60 milioni, sarà a carico del privato che si aggiudicherà i lavori. Certo, se poi si aggiungeranno dei “capricci” nostri, come ad esempio un ristorante, il costo sarà a carico del Comune».
Un progetto molto complesso, dunque, che ridisegnerà completamente, funcora
L’idea Stazione, piscina e un centro culturale
zionalmente ed esteticamente, un’intera fetta della città spalmata su un’area di 475 mila metri quadrati. La gara d’appalto, annuncia Caramaschi, «attirerà progettisti a livello internazionale, mondiale, e verrà bandita alla fine del 2019». Per ora, nulla di scritto. «Ci si sta pensando, ovviamente, ma non ci stiamo an- lavorando nel dettaglio; prima occorre firmare l’accordo di programma che contiene il piano finanziario in cui sono valutati costi e benefici del progetto. Di certo il margine stimato è più che sufficiente per richiedere la costruzione piscina e centro culturale».