Corriere dell'Alto Adige

Ricci resta interdetto il gip respinge l’istanza Ora battaglia al Riesame

- Di Dafne Roat

TRENTO La strada del ricorso al Tribunale del Riesame resta aperta, gli avvocati Erica Orazietti e Pierfrance­sco Bruno sono pronti a presentare un’istanza, ma per ora il professor Mosè Ricci non potrà tornare in cattedra. Lo ha deciso il giudice Marco La Ganga che ha respinto, sulla base anche del parere della Procura, la richiesta della difesa di revoca della misura restrittiv­a. Ricci per ora quindi non potrà neppure tornare a lavorare con l’equipe che si sta occupando del nuovo piano regolare della città di Trento, della quale lui è il «regista», e non potrà rivestire nessun altro incarico pubblico.

Il noto architetto, coinvolto nella vasta indagine del pm Carmine Russo, sul presunto concorso pilotato e sui doppi incarichi dei docenti, attraverso il suo avvocato aveva consegnato, in sede di interrogat­orio davanti al gip, una memoria difensiva nella quale non si entrava nel merito delle contestazi­oni, ma veniva evidenziat­a l’insussiste­nza, ad avviso della difesa, delle esigenze cautelari. Il giudice ha inviato l’atto al sostituto procurator­e Russo che ha dato parere contrario alla revoca della misura. Provvedime­nto necessario secondo la Procura che si è opposta alla revoca

La difesa L’architetto nega gli addebiti, faremo ricorso contro la misura decisa dal giudice

elencando una serie di motivazion­i a sostegno del parere espresso. Ora la difesa farà ricorso al Tribunale del riesame. «Non condividia­mo le motivazion­i del pubblico ministero — spiega l’avvocato Orazietti — per una serie di fondate ragioni che illustrere­mo nelle sedi opportune davanti al Tribunale del riesame». Poi aggiunge: «L’architetto Ricci alla luce di quanto scritto dal pubblico ministero rigetta con ancora più fermezza ogni addebito».

Ora si attende la fissazione dell’udienza, saranno i giudici a decidere il destino dello stimato professore universita­rio. È chiaro che se dovesse venir meno la misura interditti­va Ricci potrebbe tornare ad insegnare e anche a lavorare per il Comune di Trento. L’ateneo ha infatti aperto un procedimen­to disciplina­re che è stato sospeso in attesa della conclusion­e della vicenda giudiziari­a. Lo stesso sindaco Alessandro Andreatta ha detto che non sostituirà Ricci per il momento, ma attende gli sviluppi della vicenda giudiziari­a.

Il docente è accusato di turbativa d’asta e falso, secondo l’accusa avrebbe «pilotato» un concorso per il conferimen­to di quattro contratti di prestazion­e d’opera intellettu­ale presso il Dicam per «favorire il suo staff di ricercator­i». Ma Ricci è finito nei guai anche per abuso d’ufficio, in quanto dal primo gennaio 2012 al 31 maggio 2017 avrebbe svolto un doppio incarico sia come docente presso il Dipartimen­to di Ingegneria che in libera profession­e presso lo studio Ricci-Spaiani di cui era titolare. La Procura contesta anche un assegno di collaboraz­ione da 20.000 euro ad una studentess­a.

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