Corriere dell'Alto Adige

Al Brennero si alza il muro Pochi migranti

Al confine un’atmosfera pre-Schengen Controlli a caccia dei (pochi) migranti

- di Silvia M. C. Senette

L’Austria intensific­a i controlli antimigran­ti al Brennero: è l’ennesimo messaggio di rigidità verso l’Italia e l’Europa intera. Per entrare in Tirolo serve rallentare, sfilare davanti ai frontalier­i, esibire i documenti o, almeno, tenerli pronti. Praticamen­te, una cartolina ingiallita pre-Schengen.

Brennero di qua, BRENNERO Gries am Brenner di là. Località contrasseg­nate da cartelli stradali che, da oltre vent’anni, non notava più nessuno: la strada è un rettilineo interrotto da qualche rotonda creata per agevolare l’ingresso all’imponente outlet che copra la vista dell’A22. Uno sguardo veloce all’edificio rosso a forma di navicella spaziale, ed eri già di là: l’Italia nello specchiett­o retrovisor­e, l’Austria a tutto campo nel parabrezza.

Fino a ieri. Ora non c’è tempo per guardarsi intorno: per entrare in Tirolo serve rallentare, sfilare davanti ai poliziotti, esibire i documenti o, almeno, tenerli pronti. È la novità annunciata da settimane, mesi, di attriti a livello internazio­nale che hanno portato nei giorni scorsi all’annuncio di Vienna: sospendiam­o il trattato di Schengen, chiudiamo il valico del Brennero. Un annuncio antistoric­o, anacronist­ico, con cui l’Österreich mostra il suo volto teutonico, pesta i pugni e rituffa l’Europa indietro di 23 anni, prima del 26 marzo 1995, quando la libera circolazio­ne dei cittadini comunitari e le frontiere aperte erano solo un sogno offuscato da una realtà fatta di controlli doganali dal sapore sovietico. Per quattro giorni, dalla mezzanotte di ieri fino a venerdì, il confine tra Italia e Austria è tornato quello che era: una cartolina ingiallita rimasta nel fondo di un cassetto dalla Prima Repubblica. Una misura straordina­ria che i Paesi Ue possono adottare in via eccezional­e: l’Italia lo ha fatto tre volte, in occasione di due G8 e del G7 dello scorso anno. Vienna aveva già fatto questo «scherzetto» nell’estate 2008, per il campionato europeo di calcio, e a novembre 2015 per problemi legati all’immigrazio­ne e al terrorismo.

Ora ci risiamo: il premier Kurz annuncia di voler «proteggere il popolo austriaco», si arriva ai ferri corti con l’Italia e si alzano le frontiere. Solo in uscita, vista da qui. Solo in entrata, vista da lì. Negli ultimi giorni le Cassandre si erano scatenate, paventando code interminab­ili di tir sull’A22, con traffico, caldo, smog, merci ostaggio della burocrazia e file di auto di turisti a boccheggia­re sotto la canicola. Non è andata così. Ieri non ci sono stati disagi o incolonnam­enti né sulla statale, né sull’Autobrenne­ro né sull’asse ferroviari­o. Un certo disagio avvicinand­osi al «posto di blocco», però, è impossibil­e non provarlo. Coni fosforesce­nti, limiti di velocità a 30 all’ora e cartelli in tedesco «Halt Grenzkontr­olle» annunciano l’anomalia che, in una scalata di marcia, si presenta come un’impalcatur­a in legno che fa «ponte» tra due casottini grigi prefabbric­ati. Fuori, solo uomini in divisa: blu i poliziotti d’oltreconfi­ne, basco obliquo e pistola nella fondina, mimetica i militari dell’esercito austriaco, braccia conserte e gambe larghe infilate negli anfibi. Sguardi vitrei, tra il severo e l’assente, si posano sui volti di conducenti e passeggeri e nella stragrande maggioranz­a dei casi l’auto viene invitata a circolare con una «virgola» disegnata nell’aria dalla paletta bianca e rossa. Tanto in A22 quanto sulla statale, macchine, camper, moto, furgoni e camion rallentano giusto quei dieci secondi necessari a superare la «frontiera». Sempre. A meno che, a bordo, non compaia un volto «sospetto», vale a dire non occidental­e.

In una mattinata al Brennero, gli unici veicoli fermati — per un rapido controllo dei documenti, e poi «raus!» — sono stati quelli dei pochi

Documenti in mano alla barriera tra l’Italia e l’Austria

Statale, autostrada e linea ferroviari­a presidiate

«stranieri» transitati per il confine. Non stranieri italiani, visto che la polizia è austriaca. Né stranieri tedeschi, olandesi, francesi o belgi. Quelli sono turisti. Gli «stranieri» sono quelli con la pelle scura o con i tratti balcanici: pakistani, slovacchi, turchi, maghrebini. Bastano poche decine di minuti per capire che l’unico motivo dei controlli è intercetta­re l’ingresso di potenziali migranti irregolari. Un «esercito» di 149 persone intercetta­te negli ultimi sei mesi contro i quasi tremila dell’intero 2017 e i circa 12mila del 2016. L’imbarazzo degli automobili­sti di fronte alle uniformi trovano speculare disagio nell’eccessiva rigidità

 ?? (Foto Klotz/Rensi) ?? Ritorno al passato Poliziotti e soldati austriaci mentre controllan­o gli automezzi al confine del Brennero
(Foto Klotz/Rensi) Ritorno al passato Poliziotti e soldati austriaci mentre controllan­o gli automezzi al confine del Brennero
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