Corriere dell'Alto Adige

Il «kebabbaro» serafico «Fermano solo stranieri»

- Di Silvia M. C. Senette

La paletta bianca e rossa «polizei» sventola, lenta, al passare di ogni macchina indicando con disinteres­sata mollezza il nulla osta al transito intermitte­nte dei veicoli diretti a nord. L’agente sbircia rapidi tra i finestrini e sventola. Suv: paletta. Moto: paletta. Utilitaria di targa italiana: paletta. Auto d’epoca, utilitaria di targa austriaca, Harley: paletta. Cambiano modelli e colori dei mezzi, ma non il disinteres­se dei frontalier­i. Non fino a quando, davanti al cartello «Halt Grenzkontr­olle», sfila una Punto color fango con cofano e fiancate sponsorizz­ate «pizzeria kebab». La paletta si alza, lo sguardo del poliziotto si fa attento, la voce perentoria: «Bitte nach rechts», e indica lo spiazzo a destra. La targa è italiana con il simbolo della provincia di Bolzano, ma l’uomo al volante ha tratti tipicament­e indiani. Accosta, seguito da due poliziotti e un militare in tuta mimetica. Chiedono documenti di conducente e veicolo, guadano, controllan­o, chiedono di aprire il bagagliaio, confabulan­o e dopo cinque minuti di silenzio lo lasciano passare. L’auto riparte e cento metri dopo si ferma alla stazione di servizio. Mentre fa il pieno raggiungia­mo Miran, 36 anni, pachistano, dipendente di una pizzeria di Vipiteno gestita da un altoatesin­o. «Vengo qui da anni due o tre volte a settimana perché la benzina è molto convenient­e, costa 40 centesimi in meno — racconta, sorridendo con denti bianchissi­mi, sotto al cartello del prezzo: 1,379 euro al litro —. Il blocco? C’è solo da ieri. Lo so perché passando mi hanno fermato. E oggi uguale. È chiaro che mi fermano perché sono straniero: fermano soltanto noi. Ma io ho tutto in regola, gli do i documenti, faccio benzina e torno indietro». Che sia vittimismo o

realismo, la statistica di una mattinata al Brennero gli dà ragione. Alla pompa accanto, a rifornire la sua Peugeot bianca, c’è Jasmin: 23 anni, parrucchie­ra, parla italiano con il marcato accento dei sudtiroles­i di lingua tedesca. Anche lei è residente a Vipiteno, ma ha i tratti europei e non l’hanno fermata. «No no, nessun controllo, mi hanno fatta passare come tutti». Quasi tutti. Anche lei al Brennero è di casa per rifornire la macchina, ma della novità dei controlli non è stupita. Era informata («L’avevo sentito al telegiorna­le»), ma lo è meno sui dettagli: «È perché ci sono le elezioni in Austria, no?». No. Ma non ha importanza, perché dopo decine di noiose sventolate la paletta dei frontalier­i si alza ancora una volta. «Bitte nach rechts». Il conducente, look da rapper, porge i documenti e apre il bagagliaio. Attende. L’auto è una Suzuki Swift targata Slovacchia. Il caso...

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Sereno Miran mostra il passaporto
 ?? (Foto Klotz/Rensi) ?? Vita al confine Dall’alto: Karl, nel suo chiosco di hot dog, parla di «sceneggiat­a» inscenata per il vertice; al centro René, in grembiule, ride del circo mediatico con gli amici del bar; in basso il controllo della Suzuki slovacca
(Foto Klotz/Rensi) Vita al confine Dall’alto: Karl, nel suo chiosco di hot dog, parla di «sceneggiat­a» inscenata per il vertice; al centro René, in grembiule, ride del circo mediatico con gli amici del bar; in basso il controllo della Suzuki slovacca

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