Il «kebabbaro» serafico «Fermano solo stranieri»
La paletta bianca e rossa «polizei» sventola, lenta, al passare di ogni macchina indicando con disinteressata mollezza il nulla osta al transito intermittente dei veicoli diretti a nord. L’agente sbircia rapidi tra i finestrini e sventola. Suv: paletta. Moto: paletta. Utilitaria di targa italiana: paletta. Auto d’epoca, utilitaria di targa austriaca, Harley: paletta. Cambiano modelli e colori dei mezzi, ma non il disinteresse dei frontalieri. Non fino a quando, davanti al cartello «Halt Grenzkontrolle», sfila una Punto color fango con cofano e fiancate sponsorizzate «pizzeria kebab». La paletta si alza, lo sguardo del poliziotto si fa attento, la voce perentoria: «Bitte nach rechts», e indica lo spiazzo a destra. La targa è italiana con il simbolo della provincia di Bolzano, ma l’uomo al volante ha tratti tipicamente indiani. Accosta, seguito da due poliziotti e un militare in tuta mimetica. Chiedono documenti di conducente e veicolo, guadano, controllano, chiedono di aprire il bagagliaio, confabulano e dopo cinque minuti di silenzio lo lasciano passare. L’auto riparte e cento metri dopo si ferma alla stazione di servizio. Mentre fa il pieno raggiungiamo Miran, 36 anni, pachistano, dipendente di una pizzeria di Vipiteno gestita da un altoatesino. «Vengo qui da anni due o tre volte a settimana perché la benzina è molto conveniente, costa 40 centesimi in meno — racconta, sorridendo con denti bianchissimi, sotto al cartello del prezzo: 1,379 euro al litro —. Il blocco? C’è solo da ieri. Lo so perché passando mi hanno fermato. E oggi uguale. È chiaro che mi fermano perché sono straniero: fermano soltanto noi. Ma io ho tutto in regola, gli do i documenti, faccio benzina e torno indietro». Che sia vittimismo o
realismo, la statistica di una mattinata al Brennero gli dà ragione. Alla pompa accanto, a rifornire la sua Peugeot bianca, c’è Jasmin: 23 anni, parrucchiera, parla italiano con il marcato accento dei sudtirolesi di lingua tedesca. Anche lei è residente a Vipiteno, ma ha i tratti europei e non l’hanno fermata. «No no, nessun controllo, mi hanno fatta passare come tutti». Quasi tutti. Anche lei al Brennero è di casa per rifornire la macchina, ma della novità dei controlli non è stupita. Era informata («L’avevo sentito al telegiornale»), ma lo è meno sui dettagli: «È perché ci sono le elezioni in Austria, no?». No. Ma non ha importanza, perché dopo decine di noiose sventolate la paletta dei frontalieri si alza ancora una volta. «Bitte nach rechts». Il conducente, look da rapper, porge i documenti e apre il bagagliaio. Attende. L’auto è una Suzuki Swift targata Slovacchia. Il caso...