Il pm: «La mazza da baseball è l’arma del delitto»
L’accusa: fratture compatibili con il corpo contundente. Accordato il rito abbreviato
BOLZANO Le molte e profonde lesioni che hanno portato alla morte Marianna Obrist, uccisa il 21 agosto scorso, «sono compatibili con la mazza da baseball di alluminio» trovata nell’appartamento che la vittima condivideva con il compagno, Badr Rabih. Questa la tesi sostenuta dall’accusa nell’udienza che si è tenuta ieri davanti al giudice per le udienze preliminari di Bolzano Peter Michaeler, che ha ammesso il rito abbreviato come da richiesta del legale difensore dell’imputato.
L’uomo, un marocchino di 36 anni che ora deve rispondere di omicidio volontario pluriaggravato, avrebbe ucciso la compagna colpendola con una furia cieca prima a bastonate, poi con una mazza da baseball e infine con un coltello. Il fatto, di violenza inaudita per le cronache locali, era accaduto la scorsa estate nell’alloggio Ipes di Bressanone in cui risiedeva la coppia. Grazie al giudizio abbreviato, richiesto e concesso ieri dal gup, l’uomo — se condannato — potrà non solo scongiurare l’eventualità di una sentenza di ergastolo, non prevista per questo rito, ma ottenere anche una riduzione di un terzo della pena. Il pubblico ministero ha poi esposto le sue deduzioni sul corpo contundente ritenuto l’arma del delitto: la mazza di metallo. In base alla ricostruzione degli inquirenti, «dopo un litigio per gelosia, Rabih avrebbe colpito Marianna Obrist con estrema violenza tanto da spezzare il bastone di legno. Quindi l’avrebbe percossa con la mazza da baseball in alluminio provocando molteplici fratture su tutto il corpo». La prossima udienza si terrà a fine novembre.