Corriere dell'Alto Adige

L’amica di Nicoleta «Sognavamo le ferie»

Il viaggio in auto verso i luoghi natali era programmat­o tra due settimane

- di Luigi Ruggera

BRUNICO «Non ci posso credere, ma cosa è successo?». L’amica di Nicoleta Caciula arriva di corsa davanti al condominio di via San Lorenzo, circondato da mezzi dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine. Si fa strada fino a quando il suo timore trova una tragica conferma: viene informata che Nicoleta non c’è più. È morta, forse asfissiata o forse in altre circostanz­e che sarà ora l’indagine a dover chiarire.

«Non ci posso credere, Nicoleta stava bene, era bravissima, una donna che lavorava, senza grilli per la testa. Ma come può essere successo un incidente simile?» si chiede l’amica, di profession­e badante, che ha qualche anno in più e che preferisce restare anonima. «Tra due settimane avremmo dovuto partire insieme per la Romania, in auto» rivela la donna. Avevano preso ferie nello stesso periodo e programmat­o un viaggio insieme in patria. Scuote la testa sconsolata e incredula, l’amica badante, che viene poi accompagna­ta via da un ’altra sua collega e connaziona­le. Si conoscono tutte, tra loro, le donne rumene che lavorano a Brunico e nei dintorni: fanno comunità tra loro, come spesso avviene. Dai racconti delle amiche, il ritratto di Nicoleta Caciula è quello di una donna in gamba, grande lavoratric­e (era impiegata come operaia presso l’azienda Rubner), che abitava da sola in questo monolocale.

«Non mi risulta che avesse fidanzati, ma non chiedetemi di più» conclude l’amica. Nicoleta era originaria di Vladesti, un comune di circa tremila abitanti ubicato nel distretto di Arges, nella regione della Muntenia.

Davanti al palazzo non si radunano solo gli amici e i conoscenti della vittima, ma anche gli inquilini, in attesa di poter rientrare nelle loro abitazioni. L’allarme era stato dato alle 9 di ieri mattina, e fino a dopo mezzogiorn­o non era possibile accedere ai vari appartamen­ti, visto che erano in corso gli accertamen­ti sul rogo. «L’incendio era di bassa intensità — spiega il comandante dei vigili del fuoco di Brunico, Reinhard Weger — visto che non si sono sprigionat­e alte fiamme, a causa della mancanza di ossigeno nell’appartamen­to. Quando siamo arrivati, l’incendio era praticamen­te già spento ed è bastato utilizzare solo un estintore. Il problema era però il denso fumo». Il comandante spiega che, viste queste circostanz­e, l’incendio si sarebbe sviluppato come minimo due ore prima delle 9: fiamme basse, che non sono state alimentate dall’ossigeno (la finestra della stanza era infatti chiusa) ma che hanno continuato per ore a produrre un denso fumo, anche a causa di diversi oggetti di plastica all’interno dell’abitazione.

Fino a quando il fumo non ha invaso il giroscale della palazzina: «Siamo intervenut­i portando gli autorespir­atori, che abbiamo dati a tutti gli inquilini per consentire loro di raggiunger­e in sicurezza l’uscita. Una persona l’abbiamo recuperata, dal balcone all’ultimo piano, con l’autoscala. Purtroppo per quella povera donna — conclude il comandante dei vigili del fuoco — non c’era però più nulla da fare». L’appartamen­to in cui viveva Nicoleta Caciula ha riportato ingenti danni, mentre il resto del condominio risulta essere perfettame­nte agibile. Sarà ora l’inchiesta della Procura a cercare di stabilire le cause di questa tragedia.

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I soccorsi giunti in forza nella strada dove si è compiuta la tragedia: per la donna rumena però non c’era ormai più nulla da fare
Mobilitati I soccorsi giunti in forza nella strada dove si è compiuta la tragedia: per la donna rumena però non c’era ormai più nulla da fare
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Comandante Il pompiere Reinhard Weger

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