«La vetta mi ispira a suonare Bach e Sollima»
«Suoni delle Dolomiti», il mandolino di Avi Avital oggi alle 12 al rifugio Contria
Nato a Be’er Sheva nel sud di Israele, Avi Avital è un’autentica star della musica. Fin qui nulla di cui stupirsi se non che i riconoscimenti e la nomination ricevuta ai Grammy Awards come solista è arrivata per la sua straordinaria abilità con il mandolino. Uno strumento quasi sconosciuto che ha riportato alla ribalta anche grazie a grandi incisioni, a decine di composizioni, a interpretazioni al fianco delle più importanti orchestre internazionali. Avital studia il mandolino sin dall’età di otto anni e si è aggiudicato la prestigiosa Aviv Competition di Tel Aviv, primo mandolinista a esserci riuscito.
In Val di Fassa, rifugio Contria alle 12 di oggi , tocca proprio a lui per il bel calendario di Suoni delle Dolomiti 2018, che continua a far scuola nei rapporti sempre nuovi tra montagna e musica. Il direttore artistico Mario Brunello ne può esser già legittimamente soddisfatto.
E il mandolino di Avital? Lo suona da quando era bambino e acconsente a dire che «uno strumento come questo è poco conosciuto e poco suonato nel mio Paese di origine come anche in Italia. Dove pure ho vissuto otto anni, studiando e coltivando la mia passione per gli strumenti musicali a plettro».
Ed è infatti in un italiano ricco e piano che il protagonista dei «Suoni» di oggi racconta di un incontro tra musica e vette che sta crescendo di interesse «a pari passo con il recupero e la riscoperta proprio del mio strumento».
Uno studio e un amore musicale che dura da 31 anni. «Ora ne ho, i calcoli son presto fatti, 39. E lei ha ragione quando mi chiede da quanto tempo studio il mandolino. Perché lo studio ancora, lo riscopro quasi ogni giorno».
Dunque, per Avi Avital la stessa passione di quando era bambino oppure ora che è un musicista esperto qualcosa è cambiato? «No, direi che l’entusiasmo è sempre lo stesso. Ora perseguo altri risultati, ho altre mete più professionali nello studio e nei concerti, questo sì».
E come si fa, giunti a questo livello di interpretazioni musicali a fare qualcosa di più? Avital non esita un secondo: «Mi confronto con altri musicisti perché c’è sempre da imparare quando si dialoga, quando si discute e quando naturalmente si fa musica insieme. Addirittura, qualche volta capita ancora che io chieda a qualche collega particolarmente bravo ed esperto di metterci dietro le quinte di un concerto e di organizzare una vera e propria lezione per me».
Fratelli maggiori «di mandolino?». «Ma lo sa? Non necessariamente. La musica secondo me si impara da musicisti anche di altre discipline, anche da artisti che non suonano…».
E Avital che cosa suonerà oggi al Rifugio Contrin? Quale programma ha concordato tempo fa con Mario Brunello? «Lei sa che Mario ci propone e descrive un luogo o uno scenario alpino e ci lascia liberi di suonare una partitura o l’altra. Ebbene, io ho scelto Bach per violino solo riscritto per mandolino, poi Giovanni Sollima, autori giapponesi che desidero far conoscere e anche pagine che ho scritto io stesso».