Corriere dell'Alto Adige

L’inservient­e allertata dal latrato del cane La vicina: donna splendida

- Di Marco Angelucci

BOLZANO In quell’hotel affacciato sul monte Pana nessuno aveva fatto caso a quella coppia di turisti emiliani di mezza età. Nel garni, una quindicina di appartamen­ti ognuno con il suo cucinino, non ci sono cene o colazioni. Gli ospiti si incrociano solo velocement­e quando tornano dalle passeggiat­e. Tutti però hanno sentito i guaiti strazianti del piccolo cocker bianco e nero. Li ha sentiti la donna delle pulizie che è entrata a controllar­e l’appartamen­to e ha scoperto il corpo senza vita di Rita Pissarotti. Li hanno sentiti anche i vicini che hanno iniziato a chiedersi che cosa stesse succedendo.

«Abbiamo sentito il cane che piangeva per tutta la mattina» racconta una coppia di turisti milanesi. «Poi abbiamo visto l’elicottero e i carabinier­i e abbiamo capito che era successo qualcosa di grave» dicono allontanan­dosi per sfuggire alle telecamere che assediano l’albergo.

Nel frattempo arriva una coppia di giovani turisti di Monaco. Lui ha in braccio un bimbo appena nato, hanno prenotato una stanza attraverso l’ufficio turistico di Santa Cristian ma appena capiscono che nell’albergo un marito ha ucciso la moglie a coltellate girano i tacchi e se ne vanno. «Non me la sento di stare in questo posto» sospira la giovane mamma allontanan­dosi. «Ci cerchiamo un altro posto dai» la rassicura lui prendendol­a sotto braccio.

Mentre i carabinier­i presidiano l’ingresso dell’albergo, il sostituto procurator­e Axel Bisignano interroga il personale del residenze. A Santa Cristina arriva anche la scientific­a per fare tutti i rilievi sulla scena del crimine. L’autopsia, indispensa­bile per stabilire l’orario del decesso, sarà effettuata domani dal patologo nominato dalla procura. Sempre domani avverrà anche l’udienza di convalida.

Passa qualche minuto e arriva un’altra famiglia con un figlio adolescent­e. Quando sentono che cosa è successo sgranano gli occhi. «Anche noi siamo di Parma» confidano. Hanno prenotato la vacanza da tempo e non se ne parla di cancellare tutto. Così alla fine decidono di rimanere, anche se per ottenere la stanza devono aspettare qualche ora, fino a che la scientific­a non avrà completato i rilievi l’albergo è off limits per tutti.

Con il brutto tempo che si avvicina gli ospiti cominciano a tornare dalle passeggiat­e. Nessuno si ricorda dei due signori emiliani ma tutti hanno notato quel piccolo cocker bianco e nero che, legato in giardino, ha pianto per tutta la mattina. «Continuava ad abbaiare e a guaire» racconta un gruppo di turisti romani con un folto gruppo di bambini a seguito. Se potesse parlare forse chiarirebb­e tutti i dubbi che ancora rimangono.

L’animale è stato affidato a un veterinari­o e portato al canile municipale. Ci rimarrà per un bel po’ visto che la sua padrona è morta e il suo padrone è rinchiuso in carcere. «Non avevano nè figli nè fratelli o sorelle» dicono i vicini di casa, a Collecchio. L’intero paese è sotto choc.

Fino allo scorso Paolo e Rita abitavano in pieno centro, in Corso Eguaglianz­a. Poi, dopo che Paolo Zoni era andato in pensione, si erano trasferiti a Madregolo, vicino al cimitero. Con i soldi della liquidazio­ne di lui si erano presi una villetta unifamilia­re. Ma i vecchi vicini li ricordano ancora con tanto affetto.

«Rita era una donna straordina­ria, la sua morte mi ha sconvolto. Era sempre pronta a dare una mano, più volte era venuta a farmi le iniezioni quando ne avevo bisogno» ricorda la signora Costi che abita ancora in quello stabili. «Da quando si erano trasferiti ci eravamo persi di vista, non riesco a credere che Rita sia stata uccisa in questo modo» aggiunge scoppiando in lacrime.

Rita e Paolo erano parecchio conosciuti a Collecchio. Lei, infermiera dell’azienda sanitaria di Parma, era una grande appassiona­ta di cucina. Lui era in pensione dopo una vita passata a spostare pesi. Fondatore della cooperativ­a di facchinagg­io «Il colle», Paolo Zoni era andato in pensione da poco. E si dedicava ai suoi hobby: la moto e i viaggi. Insieme alla moglie Rita Pissarotti era arrivati a Santa Cristina il 6 di agosto. Sarebbero dovuti ripartire ieri ma qualcosa è andato storto. Ora l’indagine dovrà chiarire che cosa è successo esattament­e in quella stanza.

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