Corriere dell'Alto Adige

Colle Isarco, l’avanguardi­a nei sensori

L’opera più spettacola­re è anche quella a maggior rischio. Controlli da venticinqu­e milioni

- M. An.

Silvano Grisenti lo aveva denunciato per diffamazio­ne costringen­dolo a ritrattare.

Ma quel monito aveva fatto paura a molti e, col tempo, era venuto fuori che l’allarme di Bergmeiste­r non era del tutto campato in aria. Il caso simbolo riguarda il viadotto di Colle Isarco. Un’opera spettacola­re, progettata dall’inge- gner Gentilini tra il 1968 ed il 1969. Lungo 1.028 metri, il viadotto Colle Isarco è sorretto tra 13 pilastri in calcestruz­zo: il punto di luce più ampio è di 163 metri. L’altezza massima è sopra il fondovalle raggiunge i 110 metri. Un’opera particolar­mente ardita che con il tempo ha iniziato a deformarsi. Già a partire dagli anni Ottanta, e nel corso degli anni Novanta, il viadotto è stato oggetto di numerosi interventi di manutenzio­ne volti a ripristina­rne le caratteris­tiche statico-funzionali originarie. Sono stati rifatti i giunti di dilatazion­e, sono avvenute demolizion­i e ripristini di porzioni di calcestruz­zo armato precompres­so, consolidam­enti con polimeri, ripristino dei cordoli, sollevamen­to delle testate e sostituzio­ne degli appoggi. Nulla però è stato risolutivo tanto che nel 2007, Autobrenne­ro ha operato un monitoragg­io dettagliat­o dell’opera da cui è emerso che circa il 20% delle barre di decompress­ione era a rischio di corrosione. La ragione è il massiccio utilizzo di sali antigelo: il viadotto si trova a quasi 1.200 metri sopra il livello del mare e le nevicate sono frequenti. Il cloruro però corrode il calcestruz­zo e fa arrugginir­e le strutture metalliche mettendo a rischio la tenuta del ponte. Nel corso degli anni infatti si era formato un avvallamen­to di una ventina di centimetri.

Così è stato approvato un nuovo progetto di messa in sicurezza: i lavori sono durati due anni e sono costati oltre 20 milioni. Un progetto che il direttore tecnico di A22 Carlo Costo è andato a presentare in mezza europa. Tutta la struttura è stata rafforzata ma sopratutto sono stati installati dei sensori che monitorano costanteme­nte lo stato di salute del ponte, vengono misurate le vibrazioni e ogni anomalia viene trasmessa automatica­mente alla centrale. Un sistema all’avanguardi­a pensato apposta per evitare ciò che è successo a Genova.

I problemi

Il sale antigelo corrode il calcestruz­zo e fa arrugginir­e le strutture metalliche

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Arteria vitale Uno dei tanto viadotti lungo il tracciato dell’autostrada del Brennero

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