L’AUSTRIA E IL VERO OBIETTIVO
Al tema del doppio passaporto posso contribuire con un’esperienza personale circostanziata, forse non priva di interesse. Trent’anni fa ho perso la cittadinanza austriaca per la decisione di un funzionario della mia natia Stiria, dove avevo la sede anagrafica. Se avessi spostato la mia sede anagrafica a Vienna, dove abitavo da anni, la decisione sarebbe stata a mio favore. A Vienna ai professori universitari veniva concessa la doppia cittadinanza. Ricordo ancora le parole del mio interlocutore a Graz: «A un professore sì e a un camionista no?». Avevo accettato serenamente la decisione pensando con orgoglio alla mia città natale socialmente così avanzata che negava la doppia cittadinanza a tutti.
Mia figlia, nata con doppia cittadinanza italiana e austriaca, ha perso quella austriaca a 17 anni. Se avesse avuto 18 anni avrebbe potuto scegliere per cosa optare, invece, ope legis, il passaporto austriaco le è stato tolto. E dire che da vent’anni vive a Vienna, è sposata con un austriaco e sta crescendo due figli con cittadinanza doppia. Desidererebbe ottenere la cittadinanza austriaca senza perdere quella italiana, beninteso.
La legge austriaca però lo vieta. Lo vieta tassativamente, come lo preclude pure a me, che sono stato un suo cittadino per ben cinquant’anni. Ora, seguendo le discussioni attuali, potrei forse sperare di ottenere le due cittadinanze.
Come? in qualità di abitante della Provincia autonoma di Bolzano che parla tedesco. Vogliamo scherzare? Tutti i punti a favore della richiesta non valgono, ma dovrebbe essere preso in considerazione l’essere sudtirolese di lingua tedesca? E se, nella dichiarazione di appartenenza al gruppo linguistico, avessi scritto «italiano», tenendo fede alla prima lingua parlata in famiglia?
Bruno Kreisky, il grande cancelliere austriaco della svolta sociale e culturale della mia patria, a suo tempo si era dovuto confrontare con la stessa richiesta. Gli storici ricordano bene la battuta con la quale Kreisky liquidò la questione: «Ma chi me lo fa fare, a far entrare un sacco di gente che voterebbe la Volkspartei e certo non il partito socialista?». È questo l’aspetto che continua ovviamente a esercitare un preciso richiamo, solo che adesso il governo rappresenta la destra. E quindi futuri elettori sudtirolesi, per garantire la continuità dell’attuale maggioranza al governo, farebbero sicuramente comodo. Ho piena comprensione per la scelta dei politici tirolesi di non cedere attorno al conflitto relativo al transito dei camion nel tratto austriaco. I politici pensano agli elettori e fanno di tutto per compiacerli. Non ho alcun diritto pertanto di muovere rimproveri. Ma, per cortesia, che ci risparmino almeno le scaramucce elettorali che coinvolgono la nostra Provincia.