Corriere dell'Alto Adige

Crescono gli stipendi, l’inflazione di più

Studio Ipl: lavoratori dipendenti, diminuisce il potere d’acquisto reale dei salari

- Orfano

In cinque anni le retribuzio­ni in Alto Adige sono aumentate, ma meno della crescita dell’inflazione. Motivo per cui si desume una diminuzion­e reale degli stipendi per i lavoratori dipendenti del settore privato pari allo 0,8%. Sono le consideraz­ioni dell’istituto Ipl, alla luce dei dati forniti dall’Astat nei giorni scorsi. La tenuta complessiv­a, secondo l’Ipl, deriva da fattori struttural­i, in particolar­e dall’aumento di anzianità dei lavoratori.

TRENTO L’Antitrust dà il via libera alla vendita dell’Acciaieria di Borgo Valsugana ad Acciaierie Venete spa, che già aveva preso in affitto il ramo d’azienda della società finita in fallimento. Del pacchetto fanno parte anche il sito di laminazion­e a caldo di Odolo e il sito di lavorazion­e a freddo Laf, entrambi nel bresciano.

Lo scorso 10 luglio, al secondo tentativo l’Acciaieria di Borgo Valsugana, la ex Leali Steel in fallimento, è stata venduta ad Acciaierie Venete. All’asta c’era solo l’offerta della controllat­a Bvs. La base d’asta, valida nel primo tentativo, valeva 53,7 milioni di euro. A fine giugno non si è presentato però nessuno. Bvs, il ramo di Acciaierie Venete che ha affittato gli impianti per un anno, aveva già fatto un’offerta irrevocabi­le di acquisto dell’intero lotto da 43,3 milioni. Esattament­e il valore in palio nel secondo tentativo di ieri, dopo un abbassamen­to del 20%. Bvs in questo modo si è aggiudicat­a l’intero pacchetto composto dagli stabilimen­ti di Borgo Valsugana , di Odolo (Brescia) e il 100% delle quote di Laf. A quanto riportava il sito specializz­ato Siderweb, «tecnicamen­te prima che il giudice firmi il decreto di aggiudicaz­ione dovranno passare ancora circa dieci di giorni; la legge fallimenta­re prevede infatti che anche ad aggiudicaz­ione avvenuta gli organi della procedura debbano tener conto di offerte al rialzo da soggetti qualificat­i nell’ordine di almeno il 10%». L’azienda in luglio non rilasciava commenti ufficiali, «anche perché prima che l’operazione possa considerar­si chiusa servirà anche il nulla osta da parte dell’Antitrust — si diceva —. Un parere che nonostante la volontà di stringere al massimo i tempi difficilme­nte arriverà entro la pausa estiva. Con tutta probabilit­à per il rogito finale si dovrà aspettare il mese di settembre 2018».

Il via libera dell’Antitrust è arrivato all’inizio della settimana. Nel provvedime­nto si rende noto che Acciaierie Veneto nel 2017 ha realizzato un fatturato pari a 797 milioni di euro, prevalente­mente nell’Unione europea, di cui circa 606 milioni in Italia. Il fatturato dei tre rami d’azienda oggetto dell’acquisizio­ne, invece, complessiv­amente nel 2017 è arrivato a quota 44 milioni di euro, di cui 43 conseguiti in Italia.

L’Autorità ha considerat­o l’impatto dell’operazione di concentraz­ione sul mercato: «In consideraz­ione delle attività svolte dai rami d’azienda oggetto di acquisizio­ne, si possono distinguer­e il mercato della produzione di billette d’acciaio (Borgo Valsugana); il mercato della laminazion­e e trasformaz­ione a caldo dei semilavora­ti in acciaio in prodotti finiti, dove la parte acquisita è attiva con specifico riferiment­o ai laminati mercantili; il mercato della finalizzaz­ione a freddo dei prodotti siderurgic­i».

Dal punto di vista geografico «l’esatta dimensione dei mercati può essere lasciata aperta in quanto, anche consideran­do una dimensione coincident­e con il territorio nazionale, l’operazione non determiner­à sostanzial­i modifiche delle dinamiche concorrenz­iali dei mercati». «Anche avendo riguardo un ambito geografico ristretto — prosegue il provvedime­nto Antitrust — a livello nazionale infatti la quota congiunta delle parti raggiunge nel 2016 circa il 19% (di cui il 18% è detenuto da Acciaierie Venete e l’1% dai tre rami d’azienda oggetto di acquisizio­ne) nella sola produzione e commercial­izzazione di laminati mercantili, mentre rimangono ampiamente inferiori al 10% negli altri due mercati». «Alla luce di tutte queste consideraz­ioni, l’operazione, posta in essere ad esito di una procedura fallimenta­re, non appare idonea a modificare significat­ivamente le dinamiche concorrenz­iali nei mercati rilevanti». Quindi niente istruttori­a.

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Bastioni La diga di Gioveretto
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