Il Patt torna «blockfrei» «Ora confronto con tutti» Ma il clima è di sconfitta Rossi, possibile passo indietro
Ugo Rossi, in mattinata, è subito partito all’attacco del Pd: «Per cinque mesi hanno cantato il ritornello: “prima di tutto la coalizione”. Ieri sera gli stessi che cantavano, la hanno invece affossata. Rinnegando ciò che hanno promosso e sostenuto lungo la legislatura». Il governatore, però, ha accusato il colpo e nel pomeriggio ai suoi ha ammesso: «Non sarò più il candidato del centrosinistra autonomista». Ufficialmente, Rossi resta il candidato presidente del Patt, ma tra le Stelle Alpine già si parla di passo indietro del governatore.
La linea del segretario Franco Panizza è chiara: il Patt è pronto a tornare all’opposizione «perché non ci si candida per governare, ma perché si ha una proposta politica in cui si crede». Il Patt, quindi va avanti anche da solo come aveva più volte minacciato di fare. «La nostra idea è stata chiara fin da subito e da subito eravamo pronti a ripartire come centrosinistra autonomista. In cinque mesi — lamenta Franco Panizza — non c’è stato un alleato che ci abbia dato le motivazioni politiche per le quali la ricandidatura di Ugo Rossi non andava bene. Ne avremmo discusso, ma invece abbiamo solamente assistito al tentativo di sostituire Rossi con il candidato di una altro partito. Fino alla decisione del Pd di giovedì notte, autolesionista e irresponsabile, una decisione che ha come effetto quello di destabilizzare l’intera coalizioter. ne».
In serata, dopo gli incontri dei vertici nel pomeriggio, arriva anche il comunicato stampa. «Quanto accaduto è un fatto di estrema gravità che rompe di fatto la coalizione. Spiace che non si sia colta l’opportunità e anzi il dovere di dare continuità ad un’azione di governo che per espressa dichiarazione di tutti i componenti della coalizione ha prodotto ottimi risultati per il Trentino». Ciò premesso, gli autonomisti affermano «senza se e senza ma, la volontà di essere soggetto politico che esprime unità e responsabilità per il bene del Trentino e dell’Autonomia. La proposta del Patt è quindi aperta a 360 gradi a tutti coloro che vorranno condividere un progetto per il Trentino con alla guida il presidente Ugo Rossi». A firmarlo sono Rossi, Panizza, il vice Simone Marchiori, il presidente Federico Masera, Lorenzo Ossanna, Michele Dallapiccola, Walter Viola, Luca Giuliani, Graziano Lozzer e Lorenzo Barat- Manca solo Chiara
Avanzo.
Al netto della baldanza nelle parole, il clima è quello della sconfitta. L’idea che Rossi possa offrirsi come candidato presidente «a 360 gradi» fa sorridere. Chi dovrebbe rispondere all’appello? Il centrodestra di Fugatti? I civici di Daldoss? Rossi potrebbe essere il candidato presidente del solo Patt, ma in pochi nel partito, e forse lui per primo, hanno voglia di rinchiudersi nel mastio per difendere un paio di posti da consigliere di opposizione.
C’è chi, a bassa voce, già parla di «atto di responsabilità» e di «passo indietro»: «Le questioni personali in politica non esistono». Il Patt è all’angolo, ma sa che il centrosinistra, anche con l’innesto dei civici e la nuova energia portata a sinistra da Paolo Ghezzi, ha poche o pochissime chance di battere il centrodestra senza i voti delle Stelle Alpine, che certo non varranno più il 17,5% del 2013, ma che un 10% lo possono ancora incassare. I Patt sa anche che, senza i voti del Pd, non ha chance di tornare la governo. Due consapevolezze da cui, nei prossimi giorni, potrebbe nascere una proposta alternativa. Ad attenderla come l’unica possibilità di non consegnare al centrodestra il governo del Trentino sono gli ambienti del Pd che avrebbero sostenuto ancora Rossi.
Panizza «La decisione del Pd è irresponsabile e autolesionista. Avanti anche da soli»
Il governatore Per cinque mesi hanno ripetuto “prima la coalizione” e adesso l’hanno affossata
Il nodo I democratici difficilmente possono vincere senza il Patt e viceversa