Prati e malghe della Lessinia
Il gruppo dei monti Lessini si estende tra la valle dell’Adige e quella del Leno di Vallarsa, riversandosi in parte nel territorio veneto cui spetta la cima più elevata, il monte Carega (2.259 m).
L’Altopiano della Lessinia trentina, raggiungibile da Ala, risulta interessante per l’aspetto geomorfologico dato dai diversi fenomeni di carsismo (doline, buche di ghiaccio, inghiottitoi, grotte), ma anche per l’ambiente a «riserve» suddiviso tra le numerose malghe e i rispettivi pascoli: vi sono malghe «attive», dove si alleva il bestiame e si lavora il latte con vendita di prodotti caseari; quelle utilizzate solo per l’allevamento di animali «asciutti», ovvero bestiame da carne, e quelle che offrono ristorazione, attività didattico-educative, eventi musicali e culturali. Rientra nel comune di Ala la Riserva naturale guidata di Campobrun (429 ettari), istituita nel 1971 e contigua al Parco naturale veneto della Lessinia.
L’avvio di questa passeggiata che va a conoscere alcune delle malghe distribuite sul territorio e i loro diversi utilizzi, è dalla piccola chiesa di San Rocco in località Sega di Ala (1.224 m), eretta nel 1733/34 per «il bene delle anime» di «boscheri e malghesi» che lavoravano su questa porzione della Lessinia.
La strada che si va a percorrere attraversa pascoli con macchie di alti abeti e di faggi (percorsi per bikers; chiudere i cancelli per evitare che il bestiame esca dalle aree stabilite). Superata la prima malga, quella di Cornafessa (1.297 m; 1 ora), data in concessione al gruppo micologico di Ala, la strada si fa ora sentiero in salita e raggiunge malga Lavacchione (1.402 m; 0.30 ore) per poi scendere nuovamente attraverso il bosco; un itinerario panoramico sull’altopiano dove s’individuano gli edifici di Malga Sega, le bandiere di Passo Fittanze con l’omonima malga, confine tra le province di Trento e Verona (1.393 m; ristoro, monumento ai Caduti della Prima e della Seconda guerra mondiale), malga Fratte.
Il percorso passa poi sotto malga Maia (1.240 m; 0.30 ore) che, come in una cartolina, sorge sul cocuzzolo di un cono prativo, raggiunge il bosco della Regina con lo splendido faggio «Regina della Sega» e si conclude circolarmente al bivio «Alle malghe» della partenza (0.30 ore).