«La musica ci muove le molecole della gioia»
Ezio Bosso sarà il 2 settembre in piazza Duomo
L’ispirata bacchetta di Ezio Bosso si prepara a dirigere la StradivariFestival Chamber Orchestra nell’evento di domenica 2 settembre in piazza Duomo a Trento (ore 21). Per volere degli ideatori Alessandro Raffaelli di Radio Italia Anni ‘60 e Roland Barbacovi della Showtime quest’anno il «Trento Summer Festival» si concentra in un solo evento che, in ragione della sua unicità, ha già incontrato i favori del pubblico che ha acquistato in prevendita più della metà dei biglietti. Bosso è uno dei pianisti, compositori e direttori d’orchestra più ricercati a livello internazionale ma a causa della malattia neurodegenerativa con cui convive da diversi anni deve limitare l’attività concertistica a pochi e selezionati eventi. A Trento il musicista torinese dirigerà per la prima volta la StradivariFestival Chamber Orchestra in formazione allargata, con la violinista solista Anna Tifu, in un programma che toccherà Le Nozze di Figaro di Mozart, la Settima Sinfonia di Beethoven e l’Esoconcerto dello stesso Bosso. Ne abbiamo parlato con lo stesso artista, legato da un sincero affetto al Trentino in ragione delle diverse partecipazioni ai Suoni delle Dolomiti per cui nel 2010 ha composto la sinfonia Under The Trees’ Voices. I biglietti sono ancora disponibili su www.ticketone.it con prezzi dai 46 ai 69 euro.
Come riesce a trasformare la sofferenza fisica nell’energia vitale che pervade la sua musica?
«Questa domanda dovrebbe venir girata a tutti i direttori d’orchestra. Chi fa questo mestiere non va in pensione, scende dal podio quando proprio è impossibile ormai raggiungerlo, ci sale traballando, a età impossibili, nel corso di strazianti malattie e qualcuno è addirittura morto sul podio. La musica, è scientificamente provato, ci muove quelle molecole della gioia e del benessere che ci consentono di dimenticare almeno in quel momento i nostri dolori e di godere del tempo che trascorriamo con essa. Lo dicono i miei amici dell’Associazione Mozart14, fondata da Claudio Abbado che soffrì fisicamente sul podio, per portare la musica tra i sofferenti, nelle car«Ottima, ceri e negli ospedali. E tutti noi siamo la testimonianza di come questa magia funzioni assai bene».
Quali ricordi in particolare la legano al Trentino?
«Ho ricordi magici, il ricordo del grande onore degli abitanti della Val di Fiemme che mi hanno fatto diventare un albero (con il dono di un abete di risonanza del Parco di Paneveggio nel 2010, ndr) che oggi ha 260 anni e continuerà a vivere e a far del bene anche quando io non ci sarò più: quindi io oggi mi sento davvero, in qualche modo, parte del Trentino. E poi gli amici del coro della Sosat, gente meravigliosa con cui ci troviamo tutte le volte che possiamo, per stare insieme».
Che esperienza vive alla direzione della StradivariFestival Chamber Orchestra?
siamo amici di sempre, colleghi, insieme abbiamo vissuto tanta vita e tanta musica, poi sono i migliori professionisti e tra i migliori amici di sempre. E ci lega una profonda stima e comprensione reciproca. Cosa volere di più? Inoltre è la realizzazione di una promessa fatta a una persona importante per me. È una utopia da vivere, un rapporto ancora in evoluzione perché la Stradivari è nata da amicizia, stima e voglia di un progetto comune lo scorso anno. Ha debuttato in formazione cameristica a 22 elementi e a Trento debutterà finalmente per la prima volta nella formazione allargata per cui è nata. È la realizzazione di un sogno comune anche nelle forme, nel non provare ma studiare: nell’amore comune per la musica».
Che tipo di repertorio sta preparando per questa particolare occasione?
«Sarà un programma dedicato al muoversi in ogni sua accezione e a quella ricerca dell’utopos, il luogo ideale, fino a renderti conto che di fatto esiste. Ma per saperlo dovrete venire con noi nella musica. Sui gesti più belli che un essere umano può compiere. Ma di fatto tutto ruota intorno a quella rivoluzione, sotto ogni aspetto, che è la Settima Sinfonia di Beethoven».