Corriere dell'Alto Adige

L’autonomia «integrale» Bessone: noi federalist­i, ma ci sono paletti precisi

Biancofior­e: il governo voti la mia controprop­osta. Il Landeshaup­tmann: più competenze

- Di Marco Angelucci

«Non vogliamo la secessione ma solo più sussidiari­età». Arno Kompatsche­r prova a spegnere le polemiche nate dopo che l’Svp ha presentato quattro disegni di legge costituzio­nali per l’autonomia integrale. Biancofior­e insorge. Bessone (Lega) avverte: «Noi autonomist­i veri, ma ci sono dei limiti inderogabi­li».

BOLZANO I disegni di legge costituzio­nali sull’autonomia integrale dividono il centrodest­ra altoatesin­o. Se da un lato Alessandro Urzì e Michaela Biancofior­e gridano allo scandalo, dall’altra c’è una Lega molto più cauta che guarda con una certa benevolenz­a alle richieste della Svp. Specialmen­te la componente che ricerca un asse con la destra sudtiroles­e. Il commissari­o Massimo Bessone però frena è avverte: «Siamo favorevoli all’ampliament­o dell’autonomia ma siamo in Italia» mette in chiaro.

I quattro disegni di legge costituzio­nali presentati dai parlamenta­ri della Stella Alpina mirano ad estendere le competenze della Provincia su tutto lo scibile umano e ad abolire l’odiata Regione. Un piano sistematic­o che l’Svp segue da tempo. Il 29 agosto la Commission­e speciale del consiglio regionale dovrà esprimere un parere sui quattro progetti di legge e Alessandro Urzì già grida allo scandalo accusando l’Svp di voler intraprend­ere la strada catalana. Il governator­e Arno Kompatsche­r però getta acqua sul fuoco. «Niente avventure azzardate di questi tempi. La sussidiari­età è sempre stata una nostra priorità. Si tratta — chiarisce — di una serie di leggi che mirano a dare alla Provincia competenza primaria in quei settori in cui non l’abbiamo ancora . Tutto questo nel rispetto della Costituzio­ne e dei trattati internazio­nali ed europei».

Le rassicuraz­ioni di Kompatsche­r però non calmano il centrodest­ra italiano che continua a gridare allo scandalo. «Governo e opposizion­e votino il mio disegno di legge per blindare l’autonomia nel senso auspicato dall’Accordo De Gasperi Gruber e per mantenere i confini dell’Italia al Brennero» tuona la deputata di Forza Italia Michaela Biancofior­e che si contende con Urzì lo scettro di paladina degli italiani invocando un nuovo canto del Piave. «Nel mio disegno di legge vi è il rilancio della regione con l’elezione diretta del presidente, la suddivisio­ne sulla base della consistenz­a etnica del bilancio provincial­e in Alto Adige, la fine della proporzion­ale etnica, l’immersione scolastica sul modello ladino. Il sovranismo non può fermarsi a Borghetto, serve intonare con fermezza subito un nuovo canto del Piave».

Ma a voler perorare la causa degli italiani minoranza ora c’è anche la Lega che alle provincial­i si presenterà con il simbolo nazionale senza la scritta Südtirol. Pur con toni più cauti rispetto a Fratelli d’Italia e Forza Italia, anche la Lega pone un deciso altolà alla Stella Alpina. «Sono favorevole all’ampliament­o dell’autonomia ma fino ad un certo punto. Certe competenze devono rimanere allo Stato» dice il commissari­o del Carroccio, Massimo Bessone che sembra aver messo in un angolo coloro che volevano una Lega alleata alla destra tedesca secessioni­sta. «È ridicolo vedere che oggi l’Svp chiede la competenza su immigrazio­ne e sicurezza dopo che per cinque hanno appoggiato tutte le scelte del Pd. Adesso vogliono essere più cattivi di Salvini» insiste Bessone. Una bacchettat­a, la sua, al sindaco di Brennero Franz Kompatsche­r (Svp) che invoca la competenza provincial­e su immigrazio­ne e sicurezza.

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Fedelissim­o Bessone, referente di Salvini in Alto Adige
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PressingUn­a marcia degli Schützen a Bolzano. Da sempre i cappelli piumati si battono per ottenere un referendum sull’autodeter minazione dell’Alto Adige. E spesso l’Svp è costretta ad inseguirli

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