Corriere dell'Alto Adige

«Usucapione? No, bene dello Stato» Il giudice chiama in causa il Demanio

Ma la coppia di anziani vince la causa: proprietà ultravente­nnale dell’immobile

- Valentina Leone

TRENTO La coppia di anziani della val dei Mocheni coinvolta nella vicenda ha potuto tirare un enorme sospiro di sollievo, ma intanto qualche avvocato impegnato in cause analoghe si sta invece preparando a fronteggia­re nuovi e non proprio favorevoli scenari.

Il tema è l’istituto dell’usucapione. Intanto i fatti: nell’effettuare alcuni lavori di ristruttur­azione nella propria abitazione, la coppia scopre che una particella della casa acquistata moltissimi anni prima era in realtà ancora intestata a una persona, deceduta nel 1996 e che non risultava avere eredi.

Una vecchia stalla, che con dei lavori effettuati negli anni era poi diventata parte integrante dell’abitazione. Vista la situazione, marito e moglie si rivolgono all’avvocato Roberto D’Amato del foro di Trento e, di concerto, si procede presso il tribunale civile con la domanda di usucapione, avanzata nel 2016. Nel chiedere la cosiddetta autorizzaz­ione alla «notifica per pubblici uffici», la causa passa al giudice istruttore Roberto Beghini che, con un’ordinanza del gennaio 2017, ordina di integrare il contraddit­torio notificand­o la procedura all’Agenzia del Demanio, ossia lo Stato.

Distinguen­do, infatti, tra eredità vacante ed eredità giacente, e ritenendo che il caso dei due anziani potesse rientrare nella prima fattispeci­e, il giudice ha chiamato in causa da un lato l’articolo 586 del codice civile, che parla di «eredità devoluta allo Stato, in mancanza di eredi successibi­li». Dall’altra, menziona una legge entrata in vigore nel 2007, nella quale, in buona sostanza, si dice che occorre mandare una notifica al Demanio se si è in possesso di un bene vacante o derivante da eredità giacenti: in quel caso, il possesso esercitato dallo Stato può essere bloccato. Oppure — questa l’altra ipotesi — occorre avere vent’anni di possesso dell’immobile entro il 2007.

«I miei assistiti hanno vissuto momenti molto difficili, di grande apprension­e», racconta l’avvocato D’Amato che però, alla fine, ha portato a casa una vittoria, perché gli anziani sono riusciti a dimostrare di aver il possesso ultravente­nnale «pubblico, pacifico, non interrotto» dell’immobile in oggetto e, dunque, a questo punto, hanno usucapito il diritto di proprietà, come sancito nella sentenza del giudice Beghini, datata 17 maggio 2018. «Siamo soddisfatt­i — commenta ancora il legale della coppia di anziani — abbiamo vinto la causa contro il Demanio e siamo riusciti a intavolarc­i i beni, seppur con una causa durata un anno e mezzo».

Se la vicenda specifica si è chiusa con esito positivo per gli interessat­i, l’«allargamen­to» del contraddit­torio allo Stato sta preoccupan­do più di un avvocato impegnato in cause analoghe: il rischio, infatti, è che alcune cause di usucapione, che sulle prime sembravano destinate ad avere un epilogo quasi scontato, potrebbero vedere l’entrata in gioco di una contropart­e piuttosto agguerrita come il Demanio, se non vi sia stata notifica del possesso o se non si siano maturati i vent’anni richiesti.

La differenza

Il dottor Beghini ha distinto tra eredità giacente ed eredità vacante

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