Corriere dell'Alto Adige

Biodiversi­tà, una specie su tre è a rischio di sparizione

Dal 2019 un progetto di monitoragg­io. Coinvolta l’Eurac

- A. S.

In Alto Adige sono a rischio il 41% delle specie animali e il 27% di quelle vegetali.

Per questo la Provincia di Bolzano ha deciso di avviare un programma di monitoragg­io della biodiversi­tà.

La coesistenz­a in uno stesso ecosistema di diverse specie è fondamenta­le perché le relazioni reciproche degli esseri viventi assicurano il mantenimen­to di un equilibrio nell’ambiente. Più specie diverse ci sono in uno stesso territorio, più questo è sano e resiliente ai cambiament­i climatici.

Il progetto, presentato ieri dagli assessori all’ambiente Richard Theiner e all’agricoltur­a Arnold Schuler, sarà coordinato dall’Eurac di Bolzano, ma vi parteciper­anno anche numerosi altri enti e associazio­ni tra cui il Centro di Sperimenta­zione Laimburg e l’Università di Bolzano.

L’obiettivo è quello di tutelare la biodiversi­tà in Alto Adige. La prima azione prevede di catalogare con un metodo standardiz­zato le specie vegetali e animali presenti sul territorio e creare una banca dati esaustiva e facilmente accessibil­e. Quest’operazione servirà a capire in che stato si trova il territorio altoatesin­o e quali sono gli interventi che andrebbero fatti per assicurare il mantenimen­to della biodiversi­tà e incrementa­rla. Di regola, la biodiversi­tà è maggiore nei territori dove l’impatto dell’uomo è minore. «I risultati dello studio — hanno detto gli assessori — ci aiuteranno a elaborare progetti mirati per incrementa­re la biodiversi­tà».

Uno dei punti forti del progetto, che è ora in fase di programmaz­ione e partirà a tutti gli effetti nel 2019, è il fatto di non avere una scadenza stabilita. L’idea è quella di avviare un monitoragg­io a lungo termine. «Solo prevedendo un arco temporale ampio senza una deadline— ha spiegato Georg Niedrist di Eurac Bolzano — saremo in grado di svolgere un lavoro esaustivo e assicurare un monitoragg­io continuati­vo. Ogni cinque anni verrà poi aggiornato il protocollo per la catalogazi­one».

Il piano è quello di campionare 25 chilometri quadrati ogni cinque anni. Il passo successivo sarà poi identifica­re i fattori che determinan­o i cambiament­i della biodiversi­tà e elaborare delle raccomanda­zioni per i policy makers, fornendo loro dati aggiornati e facilmente disponibil­i per far sì che si possano prendere decisioni in modo più veloce.

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 Georg Niedrist, ricercator­e dell’Eurac

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