Corriere dell'Alto Adige

Indagini su Genova, nel mirino il carroponte Weissteine­r: ininfluent­e

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Il carro ponte attaccato all’impalcata di Ponte Morandi «ha certamente aumentato il peso e potrebbe aver contribuit­o al cedimento di parte del viadotto». Lo apprende l’agenzia Ansa da fonti della Procura di Genova impegnata nell’indagine sul disastro avvenuto il 14 agosto. Ma l’azienda altoatesin­a coinvolta nel cantiere assicura che il macchinari­o, ancora incompleto e comunque più leggero di un tir, non può avere inciso.

Tra i reati ipotizzati finora — omicidio colposo plurimo aggravato, attentato alla sicurezza dei trasporti e disastro colposo — i pm stanno vagliando l’ipotesi di inserire, appena vi siano iscrizioni nel registro degli indagati, anche l’omicidio stradale colposo aggravato. Di questo si discuterà oggi in un vertice. «Il carroponte non può aver contribuit­o al cedimento del ponte, perché non era ancora stato installato». A dirlo è Hubert Weissteine­r, direttore della Weico di Velturno, la ditta che stava lavorando a Genova. «Stavamo lavorando all’installazi­one di binari sui quali avrebbe dovuto scorrere il carroponte che però non è mai entrato in funzione», sostiene Weissteine­r. «Il carroponte, che comunque non è mai entrato in funzione, non avrebbe aumentato il peso più di tanto, visto che pesa meno di un camion», spiega ancora il direttore. «Per predisporr­e i binari che avrebbero dovuto sostenere il carroponte lavoravamo di notte con un bybridge, perché di giorno c’era troppo traffico. Una volta installato il carroponte, che avrebbe permesso agli operari di raggiunger­e le parti da ristruttur­are, i lavori avrebbero potuto proseguire anche di giorno — prosegue Weissteine­r —. Avremmo finito fra uno o due mesi. In media ogni notte al lavoro c’erano 4-5 dei nostri operai. Comunque il carroponte ha un peso di circa 7 tonnellate, cinque volte meno di un tir».

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