Via Alto Adige, in ballo 18 milioni per il tunnel
Progetto di via Alto Adige, ballano 18 milioni. L’Anci vede il premier, bagarre alla Camera
Il decreto Milleproroghe, attualmente in voto alla Ca- mera, non si cambia, ma il premier Conte rassicura l’associazione dei Comuni: si tgroveranno soluzioni per garantire entro pochi giorni i fondi del Bando Periferie. Per Trento e Bolzano si tratta di una partita da 36 milioni equamente divisi tra i fondi all’«ex Santa Chiara» e quelli altoatesini per il progetto Benko, ovvero il sottopasso di via Alto Adige. Il sindaco Caramaschi: «Rimaniamo fiduciosi».
BOLZAN0 «I fondi sono tutti salvi. Nel prossimo decreto del governo, la prossima settimana, saranno stanziati i fondi nell’arco di un triennio, sulla base delle effettive necessità dei Comuni». Il presidente dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci), Antonio Decaro, ieri si è mostrato soddisfatto dopo l’incontro con il premier Giuseppe Conte che dovrebbe — condizionale d’obbligo di questi tempi — aver partorito l’accordo col governo per uscire dallo stallo sui fondi del Bando periferie, di fatto a forte rischio dopo un emendamento in commissione al decreto Milleproroghe (ora alla Camera). Una «partita» che per il Trentino Alto Adige vale 36 milioni, attualmente congelati: 18 per Bolzano, relativi al tunnel di via Alto Adige e ad altre infrastrutture «in quota comunale» relative al progetto di riqualificazione «targato Benko», e altrettanti per Trento, legati alla rinascita del complesso ex Santa Chiara (costruzione del nuovo polo uffici tecnici comunali in via San Giovanni Bosco, restyling dell’ex mensa, ridefinizione degli spazi del parco).
«Ci sono buoni spiragli, anche se per avere certezze occorrerà far passare questi giorni — ammette il sindaco bolzanino Renzo Caramaschi — alla Camera non è possibile fare modifiche al Milleproproghe perché hanno posto la fiducia ( fatto che ha indotto il Pd a occupare l’aaulaa parlando di «atto eversivo, ndr), ma il premier Conte si è impegnato a trovare soluzioni entro una decina di giorni dall’approvazione. Speriamo bene, anche perché sul nostro progetto di riqualificazione il nostro Comune, come tanti altri, si è preso impegni precisi contando su quei fondi. Di certo, non capisco le eccezioni di costituzionalità che vengono poste sul Bando periferie, visto che per ora 24 comuni restano “dentro” e altri 96 sarebbero fuori. Una chiara disparità».
La vicenda si era complicata lo scorso agosto quando in commissione l’emendamento sostenuto da Lega e Cinque Stelle aveva di fatto congelato i fondi — un miliardo e 600 milioni per sostenere 96 progetti spalmati su 326 comuni — chiedendo una maggiore chiarezza sulle urgenze e le relative destinazioni. La cosa paradossale è stata poi che il Pd abbia gridato allo scandalo del «taglio» dei fondi, scoprendo poi di aver votato a favore dell’emendamento per una «svista» causata a loro dire da «un testo controverso e particolarmente involuto».
La replica era stata del sottosegretario all’Economia, Laura Castelli:«È il colmo che il Pd ci attacchi visto che ha votato a favore dell’emendamento, ma, soprattutto, dopo che ha promesso dei fondi con una norma sulla quale è intervenuta una pronuncia di illegittimità costituzionale. Per ora abbiamo garantito i primi 24 progetti che hanno ricevuto un punteggio più alto, poi si vedrà».
Al riparo dall’emendamento erano stati da subito gli interventi (valore 500 milioni di euro) per la riqualificazione delle città metropolitane di Bari, Milano, Bologna, Firenze e di comuni come, per esempio, Roma, Lecce, Modena, Brescia, Genova e Messina. Agli altri centri era stata data una prospettiva di rianalisi triennale che invece oggi, sembra rientrare. Tra un paio di settimane si farà chiarezza,
In commissione
Un emendamento aveva escluso anche Trento dagli immediati beneficiari