«Piazza Anna Frank, riqualificazione triste»
Nuova piazzetta Anna Frank, il via libera con il «no» dell’assessora
BOLZANO Periferie figlie di un Dio minore. Niente concorsi di progettazione, né processi partecipati con i residenti, ma solo una «scarriolata» di cubetti di porfido e fioriere affidata sbrigativamente agli uffici interni. Non è andata giù all’assessora all’ambiente Maria Laura Lorenzini la modalità «frettolosa» scelta per riqualificare piazzetta Anna Frank, porta d’ingresso del quartiere Casanova da via Ortles. Un dissenso che l’esponente dei verdi ha fatto valere con il suo secco no in giunta comunale.
Nonostante l’approvazione sia avvenuta con un’ampia maggioranza, l’assessora vuole comunque togliersi qualche sassolino. «Ho detto no — spiega — perché questa piazza meritava più attenzione. È un percorso di connessione tra due quartieri oggi molto trascurato non solo nella parte pubblica, — sostiene Lorenzini — facendo riferimento alle erbacce e ai recinti apposti dai privati nelle parti limitrofe alla piazza —. Questa sarebbe stata una grande occasione per un concorso di architettura partecipativa, con il coinvolgimento di privati, condomini e quartieri limitrofi per rendere la piazza più bella».
La piazza, attualmente, si trova in una oggettiva situazione di degrado, con il pavimento rialzato e una frequentazione che non rispecchia le sue potenzialità. Per questo, con urgenza, la giunta ha approvato un intervento (già promesso dalla precedente amministrazione) che prevede la posa di cubetti di porfido e l’abbellimento della piazza con un numero contenuto di piante. «È vero che è urgente un intervento — ammette Lorenzini —, sono vent’anni che bisogna fare qualcosa. Speravo però venisse compreso che è meglio aspettare un anno e fare una cosa partecipata, piuttosto che burocratica emergenziale. Una volta posati i cubetti e impiantati gli alberi la piazza sarà finita. Forse ci volevano meno aiuole e più qualità...».
Il riferimento di Lorenzini è ad altre piazze della città recentemente riprogettate: è il caso di piazza Matteotti, dove è stato promosso un concorso di idee, che ha visto anche la partecipazione di cittadini e esercenti. Da Piazza Municipio, però, è stata sottolineata l’urgenza dell’intervento e l’impossibilità di attendere i tempi tecnici per la creazione di un bando ad hoc.«È dimostrato che con i concorsi di architettura in Alto Adige c’è alta qualità di riqualificazione delle infrastrutture, portando gli stessi architetti locali ad aumentare la qualità dei loro progetti — conclude Lorenzini —. Il tempo per fare i bandi non è tempo perso, ma investito per il futuro. Capisco che non era mia competenza e che il progetto dei lavori pubblici (assessore Walcher, ndr) è stato fatto con accuratezza. Serviva però uno sforzo in più».
Lo sfogo
«Serviva un concorso architettonico, scelta una via sbrigativa senza partecipazione»