Corriere dell'Alto Adige

Disoccupaz­ione, quota «fisiologic­a»

Bolzano, il trend del secondo semestre si assesta sul 3,3%. Trento passa da 5,6 al 5%

- Orfano

Nel secondo trimestre del 2018 la disoccupaz­ione in provincia di Trento si attesta al 5%, recuperand­o uno 0,6% rispetto allo stesso periodo del 2017. In Alto Adige invece il tasso è fermo al 3,3%, esattament­e come un anno fa. Cifre che sono il risultato di processi di fatto opposti: in Trentino gli uomini recuperano, mentre le donne arretrano, in Alto Adige è l’esatto contrario. Resta la differenza in valori assoluti: a Bolzano cercano lavoro in 8.660, a Trento in 12.400.

BOLZANO Nel secondo trimestre del 2018 la disoccupaz­ione in provincia di Trento è scesa dal 5,6 al 5% su base annua. Nello stesso periodo quella in provincia di Bolzano è ferma al 3,3%. Sono i dati diffusi ieri dall’Istat, che attestano anche in Italia una disoccupaz­ione al 10,7% e un tasso di occupazion­e al 59,1%

In primis vale la pena esaminare la quota degli occupati: in Alto Adige si tratta di 252.000 persone, con un tasso di occupazion­e (percentual­e sul totale delle persone fra i 15 e i 64 anni) al 72,5%. In Trentino gli occupati sono invece 236.000, con un tasso di occupazion­e al 67,2%.

Le due province hanno andamenti opposti per quanto riguarda la differenza di genere: l’occupazion­e maschile in Alto Adige cala da 79,3% a 78,7% in un anno, quella femminile invece sale dal 65,5 al 66,2%. In Trentino il tasso di occupazion­e per gli uomini è al 74,7, con un incremento del 2,2%; per le donne è del 59,7%, con una diminuzion­e del 2,5%.

Lo stesso andamento si riscontra anche sul fronte del tasso di disoccupaz­ione: in Trentino è sceso al 5% dal 5,6% del secondo trimestre 2017, con un valore per gli uomini pari al 4,3% e per le donne del 5,9%. Il decremento è stato marcato per gli uomini (-1,8% mentre si rileva un incremento per il tasso femminile (+0,8%). Bolzano invece ha un tasso del 3,3%, identico a quello del secondo trimestre 2017, solo che i maschi crescono dal 2,4 al 3,3%, mentre le donne calano dal 4,4% al 3,4%. Le persone in cerca di un’occupazion­e in Alto Adige sono 8.600 (cento in meno rispetto a un anno fa), mentre in Trentino sono 12.400, 1.500 in meno rispetto a un anno fa, grazie in particolar­e alla diminuzion­e di 2.300 unità dei maschi.

Per il Trentino si registra il commento positivo di Franco Ianeselli, segretario della Cgil: «Ci muoviamo in un quadro di sostanzial­e positività con migliorame­nti trasversal­i a tutti i settori. La disoccupaz­ione resta, però, ancora un problema aperto a cui fare fronte». Il segretario della Cgil trentina pone l’accento in particolar­e sui disoccupat­i di lungo periodo: «È necessario fare uno sforzo in più superando la frammentar­ietà delle risposte messe in atto fino a questo momento per costruire una presa in carico complessiv­a del soggetto, sia sul piano delle opportunit­à formative sia sul piano dei bisogni sociali. Metodo già attuato con buoni risultati in diversi Paesi europei». Di recente, a dire il vero, l’assessore Alessandro Olivi ha presentato un’iniziativa per intervenir­e in questi casi particolar­i.

Infine resta aperta la questione della qualità del lavoro: «L’ultimo assestamen­to di bilancio ha introdotto interventi che associano una riduzione della tassazione per le imprese legata agli aumenti in quota fissa o variabile del salario dei propri dipendenti — ricorda Ianeselli —. Sono misure positive come lo sono le agevolazio­ni per le imprese che investono nella formazione dei propri dipendenti per gestire il cambiament­o tecnologic­o, come un recente accordo siglato con l’Associazio­ne artigiani».

Ianeselli

Tempo di superare la frammentar­ietà quando si aiuta chi è davvero in difficoltà

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