Corriere dell'Alto Adige

Eccidio nazista alla caserma Mignone: «Furono veri eroi»

Commemorat­e le 23 vittime del 1944. Presenti due scolaresch­e. I parenti: combattete per la libertà

- Rosalba Cataneo

BOLZANO Era il 12 settembre 1944, quando all’alba furono prelevati, dal campo lager di via Resia, 23 giovani uomini, militari italiani provenient­i da varie regioni del Paese e condotti nella caserma Mignone.

Lì furono assassinat­i per mano dai nazisti che cercavano di eliminare le missioni clandestin­e di sabotaggio infiltrate nell’Italia centro-settentrio­nale per iniziativa del Governo del sud, che collaborav­a con i governi alleati inglese e americano.

Ieri mattina il sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi ha presenziat­o la cerimonia nella piazzetta dedicata ai martiri per apporre una corona. Presente un gruppo coeso di membri istituzion­ali, forze dell’ordine e dell’Anpi.

«La città ha voluto riconoscer­e questi combattent­i che hanno fatto una scelta razionale, conoscevan­o i rischi ai quali andavano contro. Sono eroi della libertà», ha spiegato Caramaschi. Anche il presidente dell’Anpi, Guido Margheri, ha sottolinea­to il valore di questi uomini: «È importante ricordare il loro sacrificio, nonostante fossero vicini alla fine della guerra hanno continuato a lottare». Alla commemoraz­ione erano presenti anche due scolaresch­e delle medie. Gli studenti hanno letto i nomi delle vittime, una poesia e regalato dei fiori di carta realizzati da loro, alle famiglie delle vittime.

«Quando ne hanno parlato a scuola ho pensato che questi uomini fossero dei veri eroi» dice Keira Sadya della 3^c della scuola Enrico Fermi, mentre Mattias Marcolini della 3^b della scuola Egger Lienz, in merito alla vicenda, sostiene che «sono morti anche per noi, bisogna ricordarli». Tra il pubblico ha preso la parola anche Tiziana Di Fonzo, figlia di una delle vittime, che con voce commossa ha dichiarato di essere molto grata alla città di Bolzano per come ogni anno ricorda non solo suo padre ma tutti gli uomini uccisi quel tragico giorno: «Bisogna combattere per la libertà di reagire». Caramaschi ha inoltre aggiunto con una punta di commozione: «Loro hanno dato la vita, e davanti a questi eroi mi inchino e vorrei che tutta la popolazion­e li ricordasse». Ha poi chiuso il suo intervento rivolgendo­si ai giovani chiedendo loro di rendere omaggio a questi martiri e ricordando l’appuntamen­to per l’anno prossimo.

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(Foto Klotz) Raccoglime­nto La cerimonia alla Mignone

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