Il Concilio di Trento del pallone Infantino, Ceferin, Agnelli e Boban
MILANO Se il Festival organizzato da Trentino marketing e Gazzetta è stato investito dell’onere di celebrare «gli Stati generali dello sport», il capoluogo ospiterà anche «il concilio di Trento del pallone». Parola del vicedirettore vicario del quotidiano sportivo Gianni Valenti, che ieri ha annunciato la presenza in città del presidente della Fifa Gianni Infantino, dell’Uefa Alexander Ceferin, dell’Eca e della Juventus Andrea Agnelli, di Rcs Mediagroup e del Torino calcio Urbano Cairo e del vicesegretario generale della Fifa Zvonimir Boban, che in una grande tavola rotonda rifletteranno su quale direzione stia prendendo il mondo del calcio.
Un universo al quale saranno dedicati importanti appuntamenti nel corso del Festival dello sport: fra quelli più di richiamo sicuramente l’incontro fra «il meglio della bellezza del calcio», ovvero Arrigo Sacchi, Carlo Ancelotti e Pep Guardiola, tutti insieme sullo stesso palco a Trento. «Il mio record più bello? Non avere neanche un rimpianto, perché ho dato tutto quello che potevo. A fare questo ho sempre pensato, non ai record» ammette l’ex allenatore, fra le altre, di Milan e Parma. «Ci si realizza anche con il lavoro e l’impegno — aggiunge — se poi arriva la vittoria si è più soddisfatti, se giunge dando emozioni, spettacolo e dimostrando superiorità lo si è ancora di più. Solo una volta nella vita mi sono svegliato una mattina con un sapore dolce in bocca: è stato all’indomani della vittoria della prima coppa dei campioni, quando L’Equipe scrisse che dopo aver visto quel Milan il calcio non sarebbe potuto più essere lo
stesso».
Ma anche i tifosi dell’altra parte della Milano calcistica non rimarranno delusi. Massimo Moratti, Javier Zanetti e Marco Tronchetti Provera racconteranno la storia dell’Inter del triplete, quella squadra che nel 2010 conquistò Coppa Italia, scudetto e Champions league in 18 giorni. «Sento spesso molti membri di quel team, anche il mister — ha svelato ieri l’allora capitano Javier Zanetti — quello che abbiamo fatto ci rimarrà sempre nel cuore. Ogni volta che vedo le immagini della finale di Champions league la mente torna a Madrid, nella foto in cui alzo al cielo la coppa non vedo la mia faccia, ma un’altra, che ripercorreva tutti gli anni vissuti all’Inter».
Di calcio si parlerà anche con Paolo Maldini, colui che
detiene il record del maggior numero di presenze in serie A (647), ma anche con Carles Folguera, direttore della cantera del Barcellona, reputata uno dei migliori vivai al mondo per la qualità e la quantità di giovani promesse del calcio che vi crescono (anche se un anno fa la stampa di mezzo mondo parlava di Masia in crisi). Ma ci sarà anche Ivan Cordoba a parlare del suo libro «Combattere da uomo». Insomma, il calcio è nel cuore degli italiani, nonostante l’assenza dai Mondiali dopo sessant’anni e la pesante crisi di risultati in cui la Nazionale è sprofondata da dieci mesi a questa parte. Ma per la quale Sacchi predica calma: «Occorre portare pazienza, la pazienza è anche un merito — sottolinea — bisogna saper aspettare e dare il tempo alle persone di lavorare». Non sarà una prima volta a Trento per il tecnico: «Ci sono venuto con il Milan per un’amichevole e con il Parma — rammenta — poi anche poco tempo fa in visita privata, è una città che mi piace». E a chi gli chiede chi possa essere il suo erede in panchina oggi, risponde diplomatico: «Tutti quegli allenatori che cercano di vincere con merito — conclude — una parola che oggi in Italia purtroppo viene usata poco».
Sacchi
«Non ho rimpianti perché ho dato tutto quello che potevo, nel lavoro ci si realizza»