Seconde case, arriva il giro di vite
Kompatscher: tuteliamo il territorio. Biancofiore: apartheid. Confedilizia: mercato ingessato
È guerra — dichiarata — alle seconde case in Alto Adige. La giunta provinciale, definendo l’acquisto di una casa per vacanze da parte dei turisti una «svendita della patria», ha approvato un regolamento in base al quale i nuovi edifici in 25 comuni ad alta vocazione turistica saranno riservati solo ai residenti. Kompatscher: «Tutelo il territorio». Boscarolli: «Si ingessa il mercato».
BOLZANO Ausverkaufte Heimat. Non stiamo parlando della pellicola dedicata alla storia dell’Alto Adige al tempo delle Opzioni, ma dei termini con i quali la giunta provinciale definisce il fenomeno, appunto, della «svendita della patria» ai turisti provenienti da fuori provincia. Turisti che, sempre più spesso, si innamorano dell’Alto Adige a tal punto di scegliere di acquistare qui la loro dimora delle vacanze. Cosa che d’ora in avanti rischiano di non poter più fare, dal momento che la giunta ha approvato un regolamento in base al quale i nuovi edifici in 25 comuni ad alta vocazione turistica saranno riservati ai residenti. Una decisione che ha fatto trasalire parte dell’opposizione e i rappresentanti del settore immobiliare, concordi nell’affermare che «con le nuove misure si vuole strizzare l’occhio alle lobby degli albergatori, impedendo, di fatto, il libero mercato».
Il fenomeno non è certo una novità, ma negli ultimi tempi ha raggiunto numeri che hanno fatto preoccupare la giunta provinciale. «In alcuni comuni si è già sforato il 10% di abitazioni adibite a seconde case — spiega il presidente Arno Kompatscher, in riferimento alle zone della val Pusteria, val Gardena, val Badia e di Nova Levante — Una situazione che ci ha spinto a stabilire che tutti i nuovi alloggi debbano essere convenzionati, ossia riservati a chi lavora o risiede da almeno cinque anni in Alto Adige». La misura rientrava già nella legge territorio e paesaggio, approvata in luglio e in vigore dal 2020, ma sarà applicabile fin da subito grazie all’approvazione di un apposito regolamento. Un regolamento del quale la giunta, ieri, ha stabilito i termini, stilando la lista dei 25 comuni e delle 26 frazioni da salvaguardare.
Immediata la reazione di Carlo Perseghin, presidente Federazione italiana agenti immobiliari professionali (Fiaip). «Il nuovo regolamento è una pazzia — sbotta — In Europa vige la libera circolazione di mezzi e persone, con la completa liberalizzazione di tutti i settori. Perché mai a un trentino, per esempio, dovrebbe essere consentito di comprare casa a Berlino ma non in Alto Adige? Già la legge urbanistica provinciale limitava la circolazione delle persone, impedendo, di fatto, la locazione a lavoratori comunitari ed extracomunitari, creando notevoli problemi anche agli imprenditori». Con inevitabili ripercussioni anche sull’economia. «Chi acquista la seconda casa in Alto Adige mette in moto un meccanismo virtuoso che contribuisce non poco allo status dei residenti — prosegue — Senza dimenticare il fatto che quando i nostri amici vendono la Heimat lo fanno a carissimo prezzo. Una situazione che fa gioco alla lobby degli albergatori, ma il futuro non è chiusura, bensì apertura».
Sulla stessa linea l’intervento della deputata forzista Michaela Biancofiore, che annuncia di volersi appellare al Parlamento Ue. «Siamo davanti a una nuova forma di apartheid volta ad accontentare qualche lobby in vista delle elezioni — commenta — Questa iniziativa metterà in ginocchio il settore immobiliare, con i padroni di case che saranno costretti a svendere. Un danno enorme cagionato ai cittadini».