Rossi: «Fugatti al comando di Salvini, se vince la Lega qui saremo provincia veneta» Lui: «Non sanno che dire»
Il tema era già nell’aria, TRENTO ma dopo la visita di Matteo Salvini di sabato, centrosinistra e Patt dicono di non avere più dubbi: «Se vincerà la Lega, la specialità trentina non esisterà più. Diventeremo l’ottava provincia veneta». Non solo: «Fugatti non potrà mai dire di no al governo gialloverde che vede Salvini vicepremier».
Ugo Rossi, da presidente uscente, non ha dubbi. «È il vero tema di queste elezioni, non è un’opinione: è qualcosa di oggettivo. Io e Arno Kompatscher, in questi cinque anni, abbiamo impugnato leggi e disposizioni finanziarie dei governi Monti, Letta e Renzi. Avevamo un accordo politico con il Pd, ma questo non ci ha impedito di opporci a ogni decisione che giudicavamo un danno per la nostra autonomia. Abbiamo potuto farlo — continua Rossi — perché comunque indipendenti da chi governava a Roma. Io non ho mai avuto un capo cui rispondere. La condizione di Fugatti è molto diversa. Lui è un esponente della Lega, un partito organizzato in modo militare che ha un solo grande capo: Salvini. Ma ve lo immaginate Fugatti che domani impugna le leggi del governo Salvini? Di un governo di cui, per altro, è attualmente ancora sottosegretario?».
Per Rossi queste giornate di campagna elettorale già dimostrerebbero ciò che lui sostiene. «Quando c’è Salvini, Fugatti resta in silenzio. A Zata ia è concesso qualche margine di indipendenza, c’era il suo di nome nel simbolo della Lega. Qui no: c’è la rock star, la sua Repubblica del selfie, e poi ci sono i sottoposti».
Sulla stessa linea Vittorio Fravezzi (Upt). «Mi hanno riferito di un Fugatti silente quando parla il capo, direi che questo piccolo particolare di- ce da solo tutto. Il rischio di omologazione è evidente e, direi, perfino dichiarato. Ma un’omologazione, ad esempio dell’economia del Trentino con quella del veneto e della Lombardia, potrà vederci solo soccombenti, visto che abbiamo numeri e territori differenti. Noi non siamo la Padania». Fravezzi tocca poi la corda finanziaria. «I risultati del governo leghista i trentini li possono già vedere se vanno in banca a chiedere un prestito, o un mutuo: non sapendo più che tassi applicare, le banche hanno smesso di erogarli. Chi ha risparmi investiti ci sta rimettendo». Infine la stocca- agli alleati della Lega: «Noto che cercano di smarcarsi, ma mi pare tardi. Io mi rivolgo ai loro elettori: come è possibile rifarsi ai valori di De Gasperi, un padre dell’Europa e allearsi con chi l’Europa la vuole demolire?».
Maurizio Fugatti, però, non ci sta ad essere schiacciato dentro il cono d’ombra di Salvini, del governo e di Zaia. «Sono solo baggianate. Il fatto che mi attacchino per la mia presunta scarsa autonomia dimostra solo che sono rimasti senza argomenti e che, provando per la prima volta la paura di perdere, si inventano quello che possono per cercare di spaventare i trentini, che non però non si faranno prendere in giro. In occasione delle politiche — continua Fugatti — avevano raccontato che se fossimo andati al governo, i territori avrebbero perso la A22. Mi pare sia successo il contrario: con noi al governo la concessione è stata messa in sicurezza». Il candidato presidente del centrodestra prova anche a sminare il pericoloso «Zaia è Zaia» detto da Salvini per giustificare il fatto che il nome di Fugatti non compare nel simbolo della Lega. «È stato così con Bossi e Maroni, oggi con Salvini. Si è fatta un’eccezione per Zaia. Se pensassi di essere popolare come chi guida il Veneto da 15 anni ed è stato anche ministro sarei solo un presuntuoso».
Rossi
«Io non ho mai avuto un capo. Ho impugnato leggi di Monti, Letta e Renzi. Lui non potrebbe»
Il leghista
Dicevano che con noi al governo avremmo perso l’A22. È successo il contrario
Fravezzi (Upt)
Se la nostra economia diventerà come quella veneta, potremo solo soccombere