Corriere dell'Alto Adige

Bomba carta contro la Lega, c’è la «firma anarchica»

Ala, rivendicaz­ione «indiretta» sul sito dei dissidenti. Inviati i resti dell’ordigno al Ris

- Dafne Roat

Se qualcuno aveva TRENTO dubbi, ora, probabilme­nte, non li avrà più. Dopo lo striscione esposto dagli anarchici domenica a Bolzano, durante la manifestaz­ione di contestazi­one del ministro Matteo Salvini, in visita nel capoluogo altoatesin­o, ora la notizia del lancio della bomba carta contro la sede di Ala della Lega Nord è rimbalzata su uno dei noti siti internet dei gruppi anarco insurrezio­nalisti che firmano il «diario di bordo nella tempesta sociale».

«Apprendiam­o dalla stampa...» si legge sul sito. Una specie di rivendicaz­ione indiretta a cui ormai ci si è abituati. La frase, seguita dalla notizia, viene riportata sul sito qualche giorno dopo ogni attentato commesso dal gruppo di dissidenti. Poi c’è lo striscione esposto a Bolzano che riporta la frase della celebre canzone della Resistenza: «Ancora fischia il vento». La stessa trovata davanti ai vetri infranti della porta d’ingresso della sede della Lega in via Nuova ad Ala. La conferma della matrice del gesto dimostrati­vo dell’altra notte.

D’altronde, seppure gli investigat­ori amano la prudenza e si trincerano sempre dietro alla frase «s’indaga a 360°», avevano pochi dubbi sula matrice dell’attentato. Il problema — ed è l’aspetto più complicato — è capire chi materialme­nte ha realizzato la bomba carta e ha lanciato l’ordigno rudimental­e. Un compito tutt’altro che facile. Nel tempo gli anarchici trentini, comprese le giovani leve, hanno dimostrato una certa abilità nel colpire gli obiettivi e dileguarsi in pochi attimi, riuscendo a superare controlli delle forze di polizia e telecamere. In paese, ad Ala, qualcuno ha raccontato della loro presenza tra le vie venerdì sera. Poche ore dopo verso le 2.30 del mattino si è udito il violento botto che ha distrutgli­endo to la porta d’ingresso della sede della Lega. I carabinier­i del reparto operativo del comando provincial­e di Trento insieme ai colleghi della Digos sono al lavoro, stanno racco- testimonia­nze e passando al setaccio le telecamere di vie e locali pubblici. Nel frattempo i militari della scientific­a che hanno raccolto i pezzi rimasti dell’ordigno dopo l’esplosione, hanno inviato i reperti ai colleghi del Ris di Parma. Sull’episodio la Procura ha aperto un’inchiesta per violazione delle leggi sulle armi e danneggiam­ento aggravato dalle finalità di terrorismo ed eversione. Il fascicolo è ora nelle mani dei due pm Pasquale Profiti e Davide Ognibene che coordinano le indagini.

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Il vice premier L’arrivo del ministro Matteo Salvini ad Ala dopo l’attentato

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