Bomba carta contro la Lega, c’è la «firma anarchica»
Ala, rivendicazione «indiretta» sul sito dei dissidenti. Inviati i resti dell’ordigno al Ris
Se qualcuno aveva TRENTO dubbi, ora, probabilmente, non li avrà più. Dopo lo striscione esposto dagli anarchici domenica a Bolzano, durante la manifestazione di contestazione del ministro Matteo Salvini, in visita nel capoluogo altoatesino, ora la notizia del lancio della bomba carta contro la sede di Ala della Lega Nord è rimbalzata su uno dei noti siti internet dei gruppi anarco insurrezionalisti che firmano il «diario di bordo nella tempesta sociale».
«Apprendiamo dalla stampa...» si legge sul sito. Una specie di rivendicazione indiretta a cui ormai ci si è abituati. La frase, seguita dalla notizia, viene riportata sul sito qualche giorno dopo ogni attentato commesso dal gruppo di dissidenti. Poi c’è lo striscione esposto a Bolzano che riporta la frase della celebre canzone della Resistenza: «Ancora fischia il vento». La stessa trovata davanti ai vetri infranti della porta d’ingresso della sede della Lega in via Nuova ad Ala. La conferma della matrice del gesto dimostrativo dell’altra notte.
D’altronde, seppure gli investigatori amano la prudenza e si trincerano sempre dietro alla frase «s’indaga a 360°», avevano pochi dubbi sula matrice dell’attentato. Il problema — ed è l’aspetto più complicato — è capire chi materialmente ha realizzato la bomba carta e ha lanciato l’ordigno rudimentale. Un compito tutt’altro che facile. Nel tempo gli anarchici trentini, comprese le giovani leve, hanno dimostrato una certa abilità nel colpire gli obiettivi e dileguarsi in pochi attimi, riuscendo a superare controlli delle forze di polizia e telecamere. In paese, ad Ala, qualcuno ha raccontato della loro presenza tra le vie venerdì sera. Poche ore dopo verso le 2.30 del mattino si è udito il violento botto che ha distrutgliendo to la porta d’ingresso della sede della Lega. I carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Trento insieme ai colleghi della Digos sono al lavoro, stanno racco- testimonianze e passando al setaccio le telecamere di vie e locali pubblici. Nel frattempo i militari della scientifica che hanno raccolto i pezzi rimasti dell’ordigno dopo l’esplosione, hanno inviato i reperti ai colleghi del Ris di Parma. Sull’episodio la Procura ha aperto un’inchiesta per violazione delle leggi sulle armi e danneggiamento aggravato dalle finalità di terrorismo ed eversione. Il fascicolo è ora nelle mani dei due pm Pasquale Profiti e Davide Ognibene che coordinano le indagini.