Bertinazzo, il socialista irriducibile
In tempi di cambio di casacca, la coerenza è merce rara. Alessandro Bertinazzo è uno di quelli che, piuttosto che salire sul carro del vincitore, va a piedi.
Convinto sostenitore del centrosinistra unito, il segretario del Psi è tra coloro che si sono battuti per costruire l’alleanza con il Pd anche se nel suo partito c’è chi vorrebbe tagliare tutti i ponti con i dem in caduta libera. Ma Bertinazzo, si diceva, non è di quelli di quelli che seguono l’onda. Piuttosto si fa travolgere.
Due volte è stato eletto sindaco di Bronzolo e due volte è stato affondato dalla Svp. Prima nel 2008 e poi nel 2017. Ma si è sempre ricandidato. Come quei giapponesi che combattevano sugli atolli del pacifico, Bertinazzo è uno che non molla mai. Che le condizioni siano sfavorevoli non lo spaventa. Da uno che, nonostante gli scandali e le continue debacle, ha continuato a sventolare la bandiera del partito socialista, non ci si poteva aspettare altro. Una fede incrollabile, basti pensare che per chiudere la campagna, i socialisti hanno invitato niente meno che Bobo Craxi, figlio del compianto (dai socialisti) Bettino. Chiunque lo avrebbe nascosto fino alla fine delle elezioni temendo di perdere voti. I socialisti lo aspettano stasera al Kolping per parlare di giovani. Irriducibile.