Un reddito di cittadinanza per pochi
Bolzano, le famiglie interessate sarebbero solo il 2,3%: è il dato più basso in Italia
Il reddito di cittadinanza, a Trento e Bolzano, interesserebbe pochissime famiglie: secondo i dati del Ministero del lavoro, soltanto il 3,9% dei nuclei famigliari di trentini e il 2,3% a Bolzano avrebbe diritto al reddito di cittadinanza. Le due province sarebbero dunque tra quelle con meno beneficiari a livello nazionale. La politica si divide: per Fugatti serve evitare l’assistenzialismo; i cinquestelle sottolineano invece la povertà in crescita nelle due province.
TRENTO Se è difficile non immaginare che il reddito di cittadinanza interesserebbe platee diverse al Nord e al Sud Italia, le previsioni del Ministero del lavoro su base provinciale sono fin troppo eloquenti: mentre a Crotone ne beneficerebbero quasi il 28% delle famiglie, a Trento sarebbero solo il 3,9% e a Bolzano il 2,3% (dato più basso in Italia). Dal Trentino, dove già esiste il reddito di garanzia, il governatore Fugatti non si dice «tifoso» di una misura che «non è priorità del Nord». Per i pentastellati di Trento e Bolzano, invece, le differenze territoriali fotografano la diversa distribuzione del fenomeno povertà.
Secondo gli annunci del Movimento 5 stelle, il reddito di cittadinanza dovrebbe interessare le famiglie con reddito Isee inferiore ai 9.360 euro. Il Ministero del lavoro si è dunque basato sulle serie storiche per calcolare quante famiglie per ciascuna provincia italiana ne beneficerebbero. La platea di beneficiari si distribuirebbe per il 48,6% al Sud, il 19% al Centro e il 32,4 al Nord, dove però il dato va aggiustato considerando la densità abitativa. Bolzano sarebbe la provincia con la percentuale più bassa a livello nazionale, con poco più di 5.000 nuclei familiari interessati; Trento diventerebbe la 106ima provincia su 110, con 9.100 famiglie beneficiarie.
«Che poche famiglie trentine necessitino del reddito di cittadinanza non può che far piacere — commenta il governatore Maurizio Fugatti — certo è che serviranno dei correttivi che assicurino che la misura non sia puro assistenzialismo, ma incentivi invece la ricerca di occupazione». Il Trentino è l’unica realtà territoriale italiana dove esiste una forma di sostegno al reddito simile al reddito di cittadinanza, il reddito di garanzia. Sostituirlo con la misura voluta dai cinquestelle permetterebbe quindi al Trentino di risparmiare «tra i 20 e i 25 milioni all’anno» sottolinea Fugatti.
Da Bolzano, il capogruppo del M5s Diego Nicolini precisa che «anche se poche, le famiglie indigenti in Alto Adige esistono e sono in crescita: dall’11 al 16% negli ultimi tre anni». Gli fa eco dal consiglio provinciale trentino il pentastellato Filippo Degasperi: «Si sta affrontando un problema nazionale. Il reddito di cittadinanza risolverebbe i problemi di poca trasparenza e controllo sulla spesa che rendono problematico il reddito di garanzia in vigore oggi».
Compatti i sindacati altoatesini nel bocciare la misura. Michele Buonerba (Cisl): «Per l’ennesima volta si applicano politiche uguali a realtà enormemente diverse da un punto di vista economico e sociale. Politiche simili generano un aumento delle disuguaglianze, ma si continua a vivere di slogan». Mentre Toni Serafini (Uil): «È la fotografia della realtà socioeconomica. La prova dell’inefficacia di questa finanziaria dove c’è tutto e nulla, dove si è addirittura dimenticato il bonus bebè». La Cgil puntualizza: «A Bolzano la soglia si povertà è ben più alta di quella prevista dal reddito di cittadinanza: parliamo di 1112.000 euro annui».