L’Acca sellowiana e il frutto dai mille benefici
Acca sellowiana, conosciuta anche con il nome di Fejioa sellowiana (in foto), appartiene alla generosa, grandissima famiglia delle Myrtaceae – i botanici ne elencano circa tremila specie, diffuse in tutti i cinque continenti, dagli eucalipti all’albero dei chiodi di garofano, dal mirto mediterraneo alla melaleuca australiana.
L’Acca sellowiana cresce spontanea in Sudamerica, in zone con un clima simile al nostro, con le notti invernali fredde e possibili gelate. È la pianta che produce i frutti del guave, da noi più piccoli, ma sempre con il profumo di ananas e fragola, leggermente aciduli, ricchi di vitamine e iodio, con un effetto antibiotico e immuno-stimolante. L’hanno dedicata a Friedrich Sellow (1789-1831), naturalista e botanico prussiano, studioso appoggiato nella sua carriera da uno dei fratelli Humboldt. Il vecchio nome, Fejioa, è invece del direttore del Museo di Storia Naturale a San Sebastiano (Brasile), Joao da Silva Fejò.
La pianta giunge in Europa nel 1890. È un arbusto che può raggiungere fino a cinque metri di altezza, ma in genere cresce tre metri per tre. Il suo portamento è elegante, la corteccia ha un bel colore marrone chiaro, le foglie verde lucido sono argentate alla pagina inferiore. È molto adattabile, non si ammala. I fiori, assai decorativi, hanno petali carnosi, persino commestibili, con un diametro di circa due centimetri: dicono che siano bianchi prima di essere fecondati, poi diventino violacei. Gli stami al centro formano un folto ciuffetto e sono più scuri dei petali. Dove crescono spontanei, sono visitati dai colibri, da noi ci pensano le api a far da pronubi.
Il frutto, ovale, è una bacca verdolina molto gustosa. L’arbusto ha poche pretese: un terreno ben concimato, sciolto, lo fa rendere al massimo. Non ama ristagni d’acqua, ne morirebbe. La siccità durante la fioritura fa cadere le corolle e la pianta non porterà frutti. Non molto tempo fa si faceva fatica a reperirla in Italia, perchè semi-sconosciuta. Si temeva che non potesse resistere agli inverni più crudi, che fosse una pianta semitropicale. Nulla di più falso. Nei giardini di Trauttmansdorff a Merano ne cresce una lunga fila tagliata a siepe lungo il sentiero che porta verso la vigna a pergola. L’arbusto, oggi, si può ordinare in vivai ben forniti. Forse l’Acca teme un poco il vento. Si può mantenere anche in vaso, ma crescerà meno e dovrà essere seguita con più attenzione per le concimazioni e le irrigazioni. In piena terra invece si arrangia, solo durante la fioritura, se ce n’è bisogno, va bagnata.