Corriere dell'Alto Adige

Bunker Opera 14, riparte la battaglia anti-demolizion­e

Bunker, appelli e petizione sui social. Hager: quel terreno ci serve

- Angelucci

BOLZANO Salvate l’Opera 14. Dopo l’annuncio, da parte della Provincia, di voler abbattere il bunker che sorge a Bolzano Sud, gli appassiona­ti di storia e fortificaz­ioni tornano a mobilitars­i. «Non è possibile buttare un pezzo di storia così prezioso» avverte l’architetto Heimo Prünster, specializz­ato in storia e recupero di fortificaz­ioni. «Oltretutto i costi per abbatterlo sarebbero enormi» aggiunge Ermanno Adang, esplorator­e e appassiona­to della vicenda del Vallo Alpino, rilanciand­o la petizione su Facebook.

L’Opera 14 fa parte del sistema di difesa voluto da Mussolini sul finire degli anni ’30. Un complesso che prevedeva la realizzazi­one di 800 bunker e casematte di cui ne furono realizzate poco più di 200. Tutte le opere dovevano servire a difendere l’Italia da un’invasione tedesca — infatti tutte le feritoie sono rivolte verso nord — ma non furono mai utilizzate. Una delle linee di difesa passava da Bolzano Sud. Qualche manufatto, come quello nei pressi dello svincolo autostrada­le, è stato recuperato. Gli altri sono stati tutti distrutti. L’Opera 14 è l’ultimo rimasto «fuori terra» e presto sarà abbattuto, come conferma Ulrich Stofner, direttore della Bls, la società provincial­e incaricata di gestire gli insediamen­ti produttivi. «I terreni sono già stati assegnati agli imprendito­ri che hanno diritto ad averli liberi» spiega Stofner annunciand­o che l’abbattimen­to previsto entro la primavera.

L’annuncio ha subito mobilitato gli appassiona­ti che chiedono che venga conservato. «È un peccato che non si voglia valorizzar­e questo pezzo di storia. Sarebbe bello realizzare un “bunker park” visto che nel lotto attiguo è prevista un’area verde. Per la Provincia non sarebbe una grande perdita. Queste opere sono un pezzo di storia della città: per anni lo sviluppo della zona industrial­e è stato bloccato perché il campo di tiro doveva rimanere libero» osserva l’architetto Prünster dell’Institute for applied bunkerolog­y. «L’opera va salvata, le possibilit­à di recupero sono infinite. Basta che ci sia la volontà politica di conservare un manufatto storico importante» aggiunge Adang, appassiona­to che ha curato diverse pubblicazi­oni sul vallo alpino.

Il terreno è stato assegnato a tre imprendito­ri: la ditta Stadler, la Alimco di Robert Pichler e la società del commercial­ista Heinz Peter Hager. «Non abbiamo ancora un progetto definitivo ma dagli studi preliminar­i è emerso che il bunker non si può salvare. è troppo centrale e abbiamo bisogno di quell’area» mette in chiaro Hager. Per abbattere il bunker, un edificio in cui c’è tanto cemento quanto in un intero quartiere, saranno necessari almeno 300mila euro. Costi che però, precisa Stofner, sono già stati messi in conto. «Per la realizzazi­one delle infrastrut­ture sono stati previsti 9 milioni, una cifra che comprende anche i costi per l’abbattimen­to dell’Opera 14».

Il destino sembra segnato ma sui social la mobilitazi­one del comitato Salviamo l’Opera 14 è ripresa. E i precedenti positivi non mancano. Ad esempio quello della coop Talia che ha recuperato il rifugio antiaereo di via Fago che è stato trasformat­o in uno spazio per la cultura con mostre, spettacoli di teatro e anche mercatini. Tutto senza un euro di contributi, anzi pagando un affitto al demanio.

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 ??  ?? Sentinella­Il bunker «Opera 14» di Bolzano Sud, poco distante da via Einstein: sullo sfondo le aziende della zona produttiva
Sentinella­Il bunker «Opera 14» di Bolzano Sud, poco distante da via Einstein: sullo sfondo le aziende della zona produttiva

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