Corriere dell'Alto Adige

Cultura, i musei chiedono la controrifo­rma

Coro di sì all’annuncio di Bisesti di una revisione. Kezich: «Siamo i migliori d’Italia, non si cambi nulla» Maraniello: «Le linee guida spettano alla Provincia». Lanzinger: «Attenzione molto positiva»

- Erica Ferro

TRENTO L’intenzione dell’assessore Mirko Bisesti di rivedere l’impianto della riforma della cultura «targata» Tiziano Mellarini (Corriere del Trentino di ieri) incontra il favore dei direttori di alcuni dei principali musei del Trentino.

Per Giovanni Kezich, alla guida del Museo degli usi e costumi della gente trentina, si

 Mart Possiamo costituire una parte della programmaz­ione scolastica

tratta di una «posizione di assoluto buonsenso: quella riforma noi del settore l’abbiamo subita e adesso non la vuole nessuno veramente». Per il suo omologo al Mart Gianfranco Maraniello «è necessario dare un’interpreta­zione di quella che, fino a quando è in atto, è comunque la legge vigente». Anche il Muse, per bocca di Michele Lanzinger, si mette a disposizio­ne.

Pollice alzato pure per la proposta di una maggiore collaboraz­ione fra scuole e musei. Su questo Kezich non ha dubbi: «I musei sono agenzie legate struttural­mente alle istituzion­i scolastich­e — evidenzia — noi facciamo già la nostra parte tramite i nostri servizi educativi, ma se la cooperazio­ne diventa più strutturat­a tanto meglio». Dello stesso avviso Maraniello, secondo il quale «i musei oggi possono anche costituire una parte sostanzial­e addirittur­a della programmaz­ione scolastica». E non solo per quanto riguarda l’insegnamen­to della storia dell’arte ad esempio: «La conoscenza delle istituzion­i del territorio è una formazione quanto mai necessaria in un luogo con forte vocazione all’autonomia» sostiene, esprimendo apprezzame­nto anche per la decisione di far confluire in un unico assessorat­o l’istruzione e la cultura, «anche perché le istituzion­i culturali sono in primo luogo enti che svolgono dei compiti educativi».

Quanto al resto, Maraniello trova «naturale e lineare» la dichiarazi­one di intenti di Bisesti: «Le figure tecniche, quali sono i direttori dei musei, hanno il compito di interpreta­re le linee guida progettual­i che devono essere prerogativ­a dell’amministra­zione provincial­e, espressa poi nei consigli di amministra­zione degli enti — osserva — per me l’architettu­ra istituzion­ale è molto chiara». Nel merito, il direttore del Mart ritiene ci siano «tutto lo spazio e la necessità di dare anche un’interpreta­zione di quella che, fino a quando è in atto, rimane comunque la legge vigente». Al tavolo di lavoro proposto da Bisesti «per trovare un assetto nuovo che sia il più condiviso possibile» il Mart siederà «non solo per dovere, ma per cultura istituzion­ale e per spirito civico»: «La vocazione del Trentino dal punto di vista progettual­e non può che essere quella di fare sistema, di coordinare e di ascoltare tutti gli operatori — osserva Maraniello — non ci può essere un museo con una totale autonomia progettual­e: serve una visione all’interno della quale ogni museo dovrà declinare per le proprie competenze le azioni più coerenti con un disegno progettual­e».

«Osservo con grande piacere l’attenzione che il nuovo assessore sta riservando al tema dei musei — aggiunge il direttore del Muse Michele Lanzinger — noi ci impegnerem­o per interpreta­re al meglio quelle che sono le nostre funzioni contempora­nee alla luce di una struttura provincial­e che ha un ruolo specifico nell’orientare le attività culturali del proprio territorio».

Parla di buonsenso, infine, Kezich: «Siamo reduci da un quinquenni­o estenuante, in cui si è battuta la grancassa di questa riforma come se fosse un’urgenza sociale — conclude il direttore del museo etnografic­o di San Michele — personalme­nte non credo ci sia bisogno di riformare i musei, perché quelli trentini sono i meglio organizzat­i d’Italia. Quel progetto, inoltre, non lo vuole veramente nessuno, bene dunque soffermars­i a ripensarlo».

 Muse Ci impegnerem­o al meglio per interpreta le nostre funzioni contempora­nee

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