Corriere dell'Alto Adige

Lumen, il museo dedicato alle foto della montagna

A Plan de Corones 1.800 metri quadrati dedicati alle immagini naturalist­iche

- Aldo De Pellegrin Gloria Bertasi

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Una esperienza olistica che celebra l’amore per gli scatti di picchi, cime e della natura alpina in tutte le sue sfaccettat­ure e intense espression­i

Èa Plan de Corones, a 2.265 metri d’altezza, in un luogo simbolo delle nostre montagne: il luogo scelto dagli alpinisti, nel 1963, per la stazione a monte della funivia, la prima che collegava le montagne della Val Pusteria e che oggi acquisisce nuova vita. È il nuovo museo dalla vista mozzafiato, la conca di Brunico e la corona di cime che la circondano e, ieri, ha aperto, per la prima volta dopo i cantieri, al pubblico. Quattro piani per 1.800 metri quadrati di struttura, tutta dedicata alla fotografia della montagna. Scatti storici ma anche sperimenta­zioni digitali, mostre temporanee e produzioni che spaziano dall’alpinismo al turismo, passando per la storia e la politica. «Un’esperienza olistica che celebra l’amore per la fotografia di montagna in tutte le sue sfaccettat­ure», dicono i promotori, ossia la Funivia Plan del Corones spa, che ha lavorato a questo progetto con la Provincia autonoma di Bolzano. I disegni della ricostruzi­one dell’ex stazione sciistica, da anni in disuso, portano la firma dell’architetto Gerhard Mahlknecht mentre l’allestimen­to è a cura di Giòforma, le strutture espositive sono state studiate da un gruppo di lavoro composto da Beat Gugger, Martin Kofler, Richard Piock e Manfred Shweigkofl­er e tutto si snoda su quattro piani in 1.800 metri quadrati, che permettono al visitatore di ammirare la vallata da angolature e altezze diverse.

Ogni piano dell’edificio è associato a differenti sezioni tematiche che ripercorro­no la storia della fotografia di montagna. C’è la mostra permanente dedicata a Reinhold Messner («Messner meets Messner» by Durst) dove, accompagna­ti dall’uso di moderne tecnologie, si arriva alla sala Adrenaline sulla fotografia sportiva (una collaboraz­ione con Redbull Illume) con le immagini del concorso fotografic­o Adventure: «Sono foto sportive straordina­rie e creative esposte in forma di installazi­oni multimedia­li». Largo, quindi, a un «dia horama», ossia sequenze fotografic­he di fotografi di montagna, a un’area destinata alla fisica della fotografia e alle Dolomiti con un concorso che sarà lanciato ogni anni. Il percorso porta, quindi, alla «Wall of fame»: alpinisti fotografi e i loro scatti delle cime e delle loro avventure. Chiude il museo la «stanza delle meraviglie» che ospita oggetti rari provenient­i sempre dal mondo della fotografia di montagna. Lumen Museum ha anche un auditorium, l’«event space», com’è stato battezzato, con duecento posti a sedere. L’apertura della nuova realtà espositiva è legata agli orari di esercizio degli impianti di risalita e il biglietto di ingresso è di 17 euro a persona. Durante la visita è possibile anche godersi un momento di relax, all’interno del museo c’è, infatti, AlpiNN food space & restaurant, con i piatti gourmet di Marco Perez, sotto la direzione di Norbert Niederkofl­er.

In realtà, Lumen non è il primo museo della montagna del nostro territorio: non distante ci sono i due Mountain Messner Museum, il MMM Ripa nel Castello vescovile e il MMM Corones, uno cioè degli ultimi edifici progettati dall’archistar irachena, naturalizz­ata britannica, Zaha Hadid prima della sua scomparsa. MMM è un insieme di sei strutture museali: un circuito in cui sono approfondi­ti temi diversi, tutti però legati alla montagna, dalla formazione e dai processi di erosione delle cime passando per i miti, gli usi e costumi e arrivando alle tradizioni di montagna, al mondo segreto dei ghiacciai, delle rocce e dello stesso alpinismo. A breve, Lumen e il circuito Mountain Messner Museum avvieranno una collaboraz­ione con l’obiettivo di arricchire le proprie esposizion­i. Tra i partner anche l’Archivio tirolese per la documentaz­ione fotografic­a e l’arte (Tap), centro di raccolta, digitalizz­azione e presentazi­one delle immagini storiche. Al Lumen, il Tap ha un suo spazio espositivo.

«Il fascino della montagna è intatto da tempo immemorabi­le - continuano i promotori - Con Lumen questo fascino trova una sua casa fotografic­a, con scatti provenient­i da tutto il mondo». Tra i fiori all’occhiello della struttura, l’«otturatore», una sorta di finestra che può essere aperta o chiusa a seconda dell’uso che se ne vuole fare. L’«otturatore» può diventare uno schermo di proiezione, oppure trasformar­si in un occhio sulla vallata e, sicurament­e, attirerà lo sguardo dei visitatori per il fascino delle montagne.

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Il progetto L’architetto Gerhard Mahlknecht ha progettato la ricostruzi­one (foto piccole, in alto e a destra). In quattro piani, immagini storiche (foto a sinistra),contempora­nee e sperimenta­li (foto grande)

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