Corriere dell'Alto Adige

«Le mie Tre3 sono dimenticab­ili pista stupenda»

Domani il Circo Bianco sulla leggendari­a pista di Madonna di Campiglio

- Fabiano

Cinquantad­ue candeline spente due giorni fa. Buon compleanno Alberto Tomba.

«Grazie di cuore. Gli anni passano. Hanno superato il mio numero di vittorie in coppa del mondo».

Il circo Bianco fa tappa a Madonna di Campiglio, uno dei templi dello slalom.

«Una classiciss­ima, nel cui albo d’oro compaiono tutti i più grandi slalomisti della storia. La Tre3 è uno dei grandi stadi dello sci».

Era casa sua. Tre vittorie e quattro secondi posti. Quale di quelle vittorie ricorda più con soddisfazi­one?

«La prima fu nel 1987, ma quella che mi diede più emozione fu l’anno dopo quando a Campiglio conquistai l’unica vittoria della stagione. Quel giorno sul Canalone Miramonti c’era una folla oceanica a tifare per me. Bellissimo. Purtroppo in quegli anni lo slalom di Campiglio subì cancellazi­oni per il maltempo, poi ci si misero i tracciator­i delle altre squadre a crearmi dei problemi. Chissà, magari avrei potuto vincere di più.

Ma va bene così, dai».

Che pista è la Tre3?

«Stupenda. In partenza ti dà modo di scaldare il motore e prendere ritmo. Il punto decisivo è il muro. Lì devi essere preciso e portare giù velocità fino all’arrivo».

Come va interpreta­ta?

«Dipende molto dalle condizioni della neve e della visibilità. Domani si disputa in notturna. La tecnica è cambiata: noi spingevamo molto con le braccia in avanti sul palo. Ho sciato con i più grandi specialist­i dell’epoca: da Stenmark, Krizaj, Petrovic, Girardelli, Nilsson fino a Jagge e lo sfortunato Rudi Nierlich. Sono cambiati i tracciati e soprattutt­o gli sci. È tutto molto diverso».

Hirscher sembra imbattibil­e. Che ne pensa?

«Ha già centrato 63 vittorie. Secondo me raggiunge il record di Stenmark a 86. Bisogna rivedere i regolament­i. È il più forte, ma non è giusto vederlo faticare nelle seconde manche come è successo a Saalbach. Credo che l’inversione dei primi trenta penalizzi troppo i migliori. Meglio trovare un giusto compromess­o invertendo i primi quindici della prima

manche».

Chi lo può insidiare?

«Mi fa piacere sia tornato Felix Neureuther. Kristoffer­sen non attraversa il suo miglior momento».

Chi le piace tra i giovani?

«Ne vedo parecchi. Meillard è arrivato secondo a Saalbach. C’è poi il francesino Noel. Ecco, siccome è Natale, le dico proprio Noel...!»

L’Italia attraversa un momento di appannamen­to negli slalom. Come la vede?

«Bisogna avere un po’ di pazienza. Siamo in una fase di ricambio in cui prepariamo il futuro. Io però a 18 anni vincevo già. È ora che questi ragazzi vengano fuori. Alex Vinatzer è bravo ma deve ancora lavorare molto. Come dimostra Manfred Molgg, davanti ci sono ancora i vecchietti. Sono contento che Giuliano Razzoli sia tornato ripartendo dalla Coppa Europa dove ha fatto un bel risultato. Aspettiamo che i giovani facciano esperienza».

Per lei si muovevano le masse. Allo sci manca tanto un personaggi­o come Alberto Tomba. Non crede?

«Mah... Questo non devo essere io a dirlo. Non dovete chiederlo a me».

 Impossibil­e fare paragoni con i miei tempi: ho sciato con i migliori ma adesso sci e tecnica sono cambiati La pista invece resta magnifica

Chiuse la sua leggendari­a carriera a 31 anni nel 1998 con una fantastica vittoria a Crans Montana. A ripensarci, avvenne troppo presto o va bene così?

«Avrei potuto lasciare il gigante e concentrar­mi esclusivam­ente sugli slalom. Mi sarebbe piaciuto arrivare fino alle olimpiadi di Torino».

Oggi come vive lo sci?

«Vado a sciare e prendo parte a eventi con i miei sponsor. Mi diverto ancora».

Un augurio ai tifosi italiani.

«Auguro Buon Natale a tutti gli italiani, con la speranza non siano buoni un solo giorno all’anno. Il 19 è poi uno dei miei numeri fortunati e entriamo nel 2019...».

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