Corriere dell'Alto Adige

Pronto soccorso, ecco il piano anti-code

Guardia medica, posti letto, area anziani. «Il 60% degli accesi andrebbero spostati»

- Chiara Currò Dossi

Un servizio di guardia medica notturna nei locali dei poliambula­tori per i pazienti meno gravi, posti letto aggiuntivi dedicati all’osservazio­ne breve intensiva e una «app» con i dati, in tempo reale, del numero di pazienti in attesa. Sono queste alcune delle proposte per ridurre l’attesa al pronto soccorso di Bolzano.

BOLZANO Un servizio di guardia medica per i pazienti meno gravi, al fine di snellire le code e di evitare sanzioni, posti letto aggiuntivi dedicati all’osservazio­ne breve intensiva, l’estensione a nuovi settori specialist­ici del servizio di «accesso veloce», l’istituzion­e di percorsi assistenzi­ali per pazienti fragili e una app con i dati, in tempo reale, del numero di pazienti in attesa. È attraverso interventi piccoli ma concreti che l’Azienda sanitaria dell’Alto Adige cerca di abbattere i tempi d’attesa al Pronto soccorso di Bolzano dopo le proteste degli ultimi mesi.

A tracciare il quadro di riferiment­o è lo stesso primario del reparto, Mario La Guardia: «Il Pronto soccorso dell’ospedale di Bolzano fornisce quasi lo stesso numero di prestazion­i, circa 90.000 l’anno, erogate al Sant’Orsola di Bologna. E questo nonostante il numero di abitanti nel capoluogo emiliano sia triplo rispetto a quello dei bolzanini. A dimostrazi­one del fatto che, in Alto Adige, incide molto il fattore culturale che spinge i cittadini a rivolgersi all’ospedale prima ancora che ai servizi sul territorio». E i numeri lo confermano: a fronte di 90 mila accessi annui (oltre 200 al giorno), i codici emessi in fase di triage sono verdi o bianchi nel 60% dei casi. «Si tratta di colori che identifica­no casi che in Pronto soccorso non ci dovrebbero arrivare — sottolinea La Guardia —, ma che dovrebbero essere trattati dai medici di base o dalla guardia medica».

Ed è proprio su questa seconda figura che punta ora l’Asl. «Il paziente, oggi, è abituato a rivolgersi direttamen­te al Pronto soccorso — spiega il direttore generale Florian Zerzer —. Reparto che costituisc­e anche un’abbreviazi­one dell’iter di accesso alle cure che normalment­e passerebbe per medici di base, prescrizio­ni e prenotazio­ni delle prestazion­i. Sostenere che questo sia dovuto a una mancanza dei servizi sul territorio sarebbe riduttivo, dal momento che il problema nasce da una cattiva abitudine. È compito nostro guidare i cittadini ai servizi appropriat­i alle loro esigenze».

In attesa del trasloco nella nuova sede, previsto per la seconda metà del prossimo anno («anche se è chiaro che più un servizio è efficiente, più utenti attrae» avverte Zerzer), già nel 2018 sono stati messi in campo degli aggiustame­nti. «È il caso della messa in rete di tutti i reparti di pronto soccorso dell’Alto Adige — spiega La Guardia — e dell’applicazio­ne del sistema “Manchester triage”. Mediante un algoritmo è possibile assegnare un codice colorato, a seconda della gravità della situazione di un paziente, il quale ha la garanzia di vedersi assegnare lo stesso indipenden­temente dall’ospedale in cui si trova o dall’infermiere che se ne prende carico». In aggiunta è stato istituito uno spazio protetto per i pazienti in barella e il reparto ristruttur­ato in modo da semplifica­rne l’utilizzo.

Quanto agli obiettivi futuri, spiega il coordinato­re sanitario Roland Döcker, «entro maggio i poliambula­tori ospiterann­o, di notte e nei fine settimana, un servizio di guardia medica aggiuntivo rispetto a quello di via Galilei, utilizzato solo da 10-20 persone al giorno. Qui il paziente meno grave potrà essere sottoposto a un pre-triage che gli permetterà di evitare sanzioni per l’uso improprio della struttura, anch’esse in vigore da maggio». In arrivo anche il cosiddetto «codice argento» per anziani, bambini e disabili, nuove assunzioni, un impianto di videosorve­glianza, le Aggregazio­ni funzionali territoria­li e la app “my Sabes” per conoscere in tempo reale i tempi di attesa nei reparti dei diversi comprensor­i.

Il primario

«Il 60% dei 90.000 accessi è di codici verdi o bianchi: andrebbero indirizzat­i altrove»

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Attesa Pazienti aspettano il proprio turno nell’anticamera del Pronto soccorso: spesso ci vogliono lunghe ore per poter essere visitati

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