Taglio dei senatori, Calderoli tira dritto
«Le regole valgono per tutti». Bressa: mancanza di rispetto. Vienna preoccupata
Nessun passo indietro sul disegno di legge, presentato da Lega e Movimento 5 stelle, di riduzione del numero di parlamentari. «Le regole valgono per tutti», dice Roberto Calderoli. La cura dimagrante interesserebbe anche Trento e Bolzano, che perderebbero un numero imprecisato di deputati e un senatore, proprio quello del collegio bolzanino. La Svp è furiosa e minaccia di far saltare la trattativa per la formazione della giunta provinciale.
BOLZANO Il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, insiste sul disegno di legge, presentato da Lega e Movimento 5 stelle, di riduzione del numero di parlamentari. La proposta prevede un drastico taglio di deputati e senatori, che dagli attuali 945 scenderebbero a 600 in tutto. La cura dimagrante interesserebbe anche Trento e Bolzano, che perderebbero un numero imprecisato di deputati e un senatore, proprio quello del collegio bolzanino.
La conferma
L’approvazione della proposta, mercoledì dalla commissione Affari costituzionali, aveva scatenato la durissima reazione della Svp, che aveva annunciato lo stop immediato delle trattative con la Lega per la formazione della giunta provinciale. Ieri c’era dunque grande attesa per un’eventuale retromarcia, o almeno un diplomatico chiarimento, da parte di Carlderoli, che al contrario ha ribadito il concetto, ai microfoni della Rai: «Se si ridurranno tutti i parlamentari, questo deve avvenire anche per Trento e Bolzano. È impensabile che, nel caso di una modifica della Costituzione, la parte relativa alle province autonome, scritta nel 1948, resti imperitura e immodificabile. Le regole valgono per tutti. Se c’è qualcuno che ha sempre difeso l’autonomia, quello sono io».
Calderoli spiega che, in proporzione, la riduzione che ha avuto il Trentino Alto Adige è assai minore rispetto a quella delle altre Regioni. E punta il dito contro il senatore del Pd Gianclaudio Bressa, che in commissione Affari costituzionali ha dato battaglia e presentato un emendamento a tutela del numero di parlamentari delle due province autonome. «Le reazioni altoatesine sono incomprensibili poiché anche in futuro la rappresentanza della minoranza tedesca sarebbe garantita a Roma — assicura Calderoli — Credo che le disinformazioni fornite da Bressa siano legate al tentativo di proporsi come Pd, al posto della Lega, nell’accordo per la formazione della giunta provinciale. E non vorrei mai che ci fosse su questo una convergenza del presidente della Provincia di Bolzano».
A queste parole, Bressa replica quasi con sdegno: «Non ho fatto nessuna disinformazione, ho solo constatato che il disegno di legge, di cui Calderoli è relatore, riduce i senatori altoatesini senza alcuna cultura costituzionale, senza rispetto della storia legislativa italiana né della specificità del territorio. Inoltre chi paragona questo disegno di legge con la riforma presentata dal governo Renzi, non ha capito nulla: in quel caso infatti il Senato non sarebbe stato più elettivo ed era uno schema completamente diverso».
Lo stallo
Nel botta e risposta a distanza tra i due senatori, non appare dunque, da parte di Calderoli, quel segnale di ripensamento indicato dal Landeshauptmann Arno Kompatscher quale condizione indispensabile per proseguire le trattative per formare la giunta. La Svp definisce «intollerabile» la proposta sui senatori. E se Calderoli ha ribadito la sua posizione, altrettanto fa il presidente Kompatscher, che conferma l’aut aut: «Per ora l’appuntamento di sabato con la Lega locale per la formazione del programma di giunta, rimane confermato, perché comunque speriamo che si possa nel frattempo chiarire questa vicenda. Ma in caso contrario, non mi siedo al tavolo. Non posso fare finta di niente e andare avanti». Anche per l’Obmann Philipp Achammer la situazione è critica: «Non possiamo tollerare questa proposta unilateralmente, in quanto non rispetta la procedura prevista dallo Statuto di autonomia. Le nostre trattative con la Lega non devono comunque venire subito interrotte».
«Potenza tutrice»
La querelle viene intanto seguita con attenzione anche a Vienna. Il governo austriaco si dice «preoccupato» per il voto avvenuto in commissione Affari costituzionali. «La riforma riguarda un punto importante dello Statuto d’autonomia» afferma in una nota la ministra degli esteri Karin Kneissl. L’esponente della Fpö ribadisce la funzione tutrice che ricopre Vienna nei confronti del Sudtirolo e sottolinea che né la giunta di Bolzano né Vienna sono state informate anticipatamente dell’iniziativa legislativa. La ministra ricorda anche che «procedimenti simili, secondo una prassi consolidata, vengono presi d’intesa, nel rispetto dei buoni rapporti bilaterali tra Italia e Austria e trattati anzitempo». Stessa analisi anche da parte del vice Obmann Karl Zeller, che ricorda: «Il numero dei senatori in Alto Adige è sancito dal punto 111 del Pacchetto d’autonomia del 1991 e presupposto della quietanza liberatoria tra l’Austria e l’Italia. La posizione di Calderoli è gravissima perché nega il carattere pattizio del Pacchetto. In secondo luogo non rispetta il ruolo delle Province autonome, che sono parificate alle Regioni». Zeller infine respinge, in quanto errato, ogni confronto con la riforma Renzi-Boschi: «In quel caso — ricorda — venivano assegnati due senatori all’Alto Adige e due al Trentino, ma il Senato veniva ridotto da 315 a 95 senatori».
A Bolzano intanto, il commissario della Lega incrocia le dita: «Io mi sto preparando all’incontro di sabato, sperando che non venga cancellato — riferisce Massimo Bessone —.
Gli ex alleati
Huber (Pd): questo dimostra che la Stella alpina ha scelto un partner centralista
Da un lato credo che Calderoli abbia fatto una proposta a ragion veduta, perché in Italia bisogna cercare di ridurre le spese. È stata sfortunata la tempistica. Mi dispiace però ci sia questo stallo, perché con la Svp la trattativa stava andando bene». La consigliera Rita Mattrei si dice sorpresa: «Si tratta solo di un disegno di legge all’inizio di un iter lungo e complesso: prematuro allarmarsi».
Per gli ex alleati della Volkspartei, la proposta di Calderoli non è altro che una conferma del centralismo della Lega, come afferma il segretario del Pd, Alessandro Huber: «Noi avevamo avvisato la Svp, durante gli incontri post elettorali, che con la Lega si sarebbero messi in mano a un partito centralista e nazionalista. È stato un abbraccio mortale ed un errore politico grossolano».