«Cc Raiffeisen, ora recuperiamo quanto fatto»
La «Cassa» altoatesina vuole recuperare il lavoro fatto. «Alle banche più spazio di manovra»
Raiffeisen verso l’Ips, parla Michael Grüner, presidente di Cassa centrale Raiffeisen, capogruppo mancata. «Cerchiamo di recuperare il lavoro fatto. Per ultimare l’Ips occorrerà lavorare ancora un anno».
BOLZANO Per mettere in piedi l’Ips, le Raiffeisen altoatesine dovranno lavorare «un altro anno», più o meno. È il calcolo di Michael Grüner, presidente di Cassa centrale Raiffeisen, che in questi ultimi concitati mesi si è un po’ defilato, fino alla pubblicazione in questi giorni del decreto fiscale 119 in Gazzetta ufficiale, la norma che contiene un articolo che consente alle Bcc di Trentino e Alto Adige di percorrere una strada alternativa rispetto all’adesione a un gruppo. Le 20 Rurali trentine si sono ben guardate dal compiere questa scelta e, dopo il definitivo via libera di Bankitalia, dal primo gennaio saranno parte del gruppo nazionale di Ccb. Le 39 Raiffeisen altoatesine invece hanno spinto costantemente verso l’Ips, il fondo di garanzia «alla tedesca».
Presidente Grüner, adesso la norma che consente l’Ips è ufficiale. L’istituto che lei guida, Cassa centrale Raiffeisen, doveva diventare la capogruppo provinciale, ma ora la direzione sarà diversa. Sarà possibile recuperare il lavoro fatto?
«Penso di sì. Stiamo per chiudere un progetto e nel contempo non abbiamo ancora i dettagli del nuovo per- corso. Ma son sicuro che buona parte di quanto fatto sarà riutilizzabile».
Anche perché avrete impiegato molte risorse per porre le basi per diventare capogruppo provinciale.
«Infatti. Ora dobbiamo evitare che il prossimo percorso sia dannoso, o meglio irragionevole dal punto di vista industriale».
Ci sono molte incognite?
«Vediamo come si formerà questo Ips, che idea ha l’autorità di vigilanza. Va ricordato che si tratterà del primo Ips fatto in Italia. Occorrerà seguire bene gli stati di avanzamento».
L’Alto Adige sarà ancora una volta apripista: prima lo era come unico gruppo provinciale, adesso lo sarà primo come Ips. Lei ha una stima della tempistica necessaria per questa virata?
«Per fare l’Ips credo servirà più o meno un anno».
Le Raiffeisen sono riuscite a ottenere la possibilità di scelta giocando su diversi tavoli. In ballo, a quanto par di capire, c’era l’autonomia del singolo istituto rispetto al controllo della capogruppo.
«Avrebbero avuto autonomia anche all’interno del gruppo provinciale. In ogni caso dovranno sottoporsi a certe regole anche all’interno dell’Ips».
Ma allora dal suo punto di vista qual è la vera differenza fra gruppo e Ips?
«Sul fronte imprenditoriale ci sarà più spazio di manovra per la singola banca. In ogni caso vedremo fino a che punto arriverà l’autoregolamentazione».
Se Ccb ormai pensa a brindare per il traguardo raggiunto e le Raiffeisen si preparano a definire i rapporti di forza fra le banche e Cassa Raiffeisen, la situazione è un po’ più complessa per Iccrea. Di ieri sera la notizia che Fitch ha tagliato il rating principale di Iccrea Banca e della sua controllata Iccrea BancaImpresa a «BB» da «BB+». «Il downgrade, riflette l’idea che l’alleggerimento di Npl sia significativamente più lento di quello dei concorrenti italiani e che la redditività sia peggiorata» dice la nota, ma proprio ieri Iccrea Banca ha chiuso un’operazione di cartolarizzazione di Npl assistita da Gacs dal valore lordo di due miliardi di euro. Intanto il 10 di gennaio è stata fissata l’assemblea del gruppo (che sarà il quarto in Italia), con un aumento di capitale di 250 milioni. In parallelo Ccb vede la possibilità di vendere il 22% delle azioni Iccrea che ha in pancia, forse a Bcc Roma e alle banche di Lombardia e Toscana, che cercano di potenziarsi per ottenere un peso maggiore nella nuova governance che si stabilirà dopo l’attuazione della riforma.