Corriere dell'Alto Adige

L’inchiesta entra nel vivo E il cartello viene sostituito

Morte in slittino a Renon, prosegue l’inchiesta. Il gestore: «Tolgo il cartello e lo sostituisc­o»

- Silvia M. C. Senette

BOLZANO Pista riaperta, ma con un cartello più visibile e bilingue. E nel frattempo prosegue, l’inchiesta, con al centro proprio lingua, grafica e posizionam­ento del segnale ignorato (o non visto) dalla mamma di Emily.

«Ultimati gli accertamen­ti e cristalliz­zato lo stato dei luoghi mediante rilievi, filmati e foto, è stato disposto il dissequest­ro della pista da sci». Così, in una nota diramata ieri dalla Procura di Bolzano, i magistrati titolari del fascicolo sulla disgrazia avvenuta in pista sul Renon e costata la vita alla piccola Emily Formisano nella discesa in slittino con la mamma, rendono nota la riapertura al pubblico della pista nera a cui erano stati posti i sigilli il 4 gennaio, giorno della tragedia. A confermare il dissequest­ro è Siegfried Wolfsgrube­r, presidente della società che gestisce gli impianti di risalita del Corno del Renon, indagato insieme a Renata Dyakowska, la mamma di Emily. «Stanotte — riferisce — prepariamo la pista, che domattina (oggi, ndr) sarà a disposizio­ne degli sciatori».

L’inchiesta però non si ferma, come precisa la Procura. «Non sono state ancora assunte determinaz­ioni in ordine all’esito del procedimen­to — si legge nella nota —. In particolar­e sono ancora da sviluppare alcuni punti essenziali rispetto alla posizione di entrambe le persone indagate, con conseguent­e necessità di compiere ulteriori atti di indagine». Centrale resta la questione che ha sollevato tante polemiche, ossia il cartello che, in pista, segnalava con un pittograma il divieto di accesso alla pista nera per gli slittini accompagna­ndo però il simbolo con la sola scritta tedesca. «Le indagini — conclude la nota — sono focalizzat­e sugli obblighi di informazio­ne a carico del gestore della pista sotto il profilo dell’uso della lingua utilizzata per la comunicazi­one agli utenti, il contenuto, la grafica e il posizionam­ento della cartelloni­stica».

In attesa dell’esito, Wolfsgrube­r corre ai ripari. «Il cartello? Quello solo in lingua tedesca verrà presto eliminato e sostituito con uno bilingue e, in futuro, trilingue. Domani salirò personalme­nte io per toglierlo — promette —. In fin dei conti, però, si trattava più di un’informazio­ne che di una prescrizio­ne. L’essenziale sono sempre i pittogramm­i, sono i simboli che contano. E al di fuori di quel cartello, che si può criticare, tutto il resto è bilingue. Non trovo giusto che si faccia una polemica e ci si concentri su quel cartello singolo — sbotta, poi, amaro —. Pochi metri sopra ne abbiamo uno bilingue, e quello non è stato preso in consideraz­ione da nessuno. È sempre così in Alto Adige, dove ogni scusa è buona per buttarla in politica. Ma è successa una disgrazia che ci fa tristi tutti».

La ripartenza Formalizza­to il dissequest­ro: oggi la riapertura agli sciatori della «nera»

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 ??  ?? Nel mirinoIl cartello all’imbocco della pista nera con il divieto per slitte espresso con il pittogramm­a e una scritta solo in tedesco
Nel mirinoIl cartello all’imbocco della pista nera con il divieto per slitte espresso con il pittogramm­a e una scritta solo in tedesco

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